Secondo i dati riportati da uno studio dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’ABI, il mercato immobiliare italiano sembra finalmente in ripresa, dopo quasi un decennio di crisi: per il secondo anno consecutivo gli acquisti di immobili residenziali sono in crescita, addirittura del 18% nell’anno 2016. La grande maggioranza di queste transazioni– circa l’80% – viene finanziata tramite un mutuo.
Questo strumento finanziario sembra quindi essere la soluzione preferita dagli italiani che acquistano casa, ma quanto costa accendere un mutuo? In questo articolo vedremo quali le voci di spesa da tenere in conto quando si effettua il calcolo del mutuo casa. Infatti, solo considerando anche questi costi extra si potrà infatti avere un quadro completo di quanto oneroso sarà il finanziamento per le proprie tasche.
 

Calcolo mutuo casa: spese di istruttoria, di perizia e notarili

Il primo costo da considerare quando si accende un mutuo casa riguarda le spese di istruttoria. Infatti quando un istituto di credito valuta una richiesta di mutuo e sceglie di farsene carico, deve sostenere delle spese per l’apertura della pratica e l’analisi della situazione finanziaria del richiedente. Queste spese in alcuni casi ammonteranno anche al 2% dell’importo finanziato, il che corrisponde in genere a cifre attorno ai 1.000 euro. Molto spesso comunque questa percentuale è inferiore all’1%, e non è raro che per una richiesta di mutuo effettuata online questi costi vengano del tutto azzerati.
Sono praticamente inevitabili invece le spese per la perizia tecnica, ossia quelle richieste dal tecnico che stabilirà il valore dell’immobile. La cifra richiesta dal perito, che spesso viene indicato dalla banca stessa, non è quasi mai inferiore ai 200 euro. L’unico modo per non sostenere questo costo è sostituire la perizia con una dichiarazione sul valore dell’immobile, rilasciata dal richiedente o dal direttore della filiale, ma è una possibilità concessa molto raramente.
L’apertura di un mutuo richiede poi l’intervento di un notaio, che redige l’atto di acquisto dopo aver verificato che sull’immobile non siano presenti ipoteche o vincoli. In questo caso la spesa è determinate da alcune voci di spesa fisse a cui si sommano quelle determinate dalle caratteristiche dell’immobile. Per i contratti di mutuo è prevista anche una tassa con aliquota pari allo 0,25% del finanziamento se si tratta della prima casa, al 2% invece per tutti gli altri acquisti di immobili. Sarà l’istituto di credito ad occuparsi del pagamento dell’imposta trattenendo la cifra necessaria e versandola al Fisco.
 

Spese mutuo, le polizze assicurative

Tra i costi da considerare ci sono anche le assicurazioni necessarie per un mutuo. Quando si ottiene un finanziamento per comprare casa, infatti, è obbligatoria la stipula di una polizza incendio e scoppio sull’edificio: questo perché l’immobile funge anche da garanzia per la banca, che perciò esige una copertura assicurativa contro eventi che potrebbero danneggiarlo o addirittura distruggerlo.
A seconda dell’istituto di credito prescelto, potrebbero venir suggerite al momento della sottoscrizione del contratto anche altre polizze, definite come facoltative; ad esempio un’assicurazione sulla vita (del mutuatario) e, se la posizione lavorativa del richiedente non viene considerata abbastanza stabile, una polizza rischio impiego.
 

Documenti e spese di gestione

Non va inoltre dimenticato che l’apertura di un mutuo prevede prima la presentazione di vari documenti, come lo stato di famiglia e il certificato di residenza: l’emissione di queste carte è in genere subordinata al pagamento di una marca da bollo, e tutti i documenti relativi alla situazione reddituaria come ad esempio le ultime buste paghe.
Inoltre, una volta aperto il mutuo, si dovranno pagare le spese di gestione, ossia una commissione annua per la gestione della pratica, le spese per l’incasso della rata e quelle per l’invio di comunicazioni al mutuatario.
 

La penale di estinzione anticipata

Ricordiamo infine che in caso di estinzione anticipata, la Legge Bersani (2007) prevede che non debba essere pagata alcuna penale di estinzione da chi abbia stipulato un mutuo casa dopo il 2 febbraio 2007.
La stessa legge ha anche imposto dei tetti massimi per le penali relative ai mutui stipulati prima del 2 febbraio 2007: l’ammontare dell’aliquota varia a seconda della tipologia di mutuo, dell’anno di accensione e del periodo di ammortamento rimasto.

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