Cominciano i saldi pre-elettorali  Regione Lazio inizia ad accontentare categorie e lobbies

Codici è stata parte della Commissione Paritetica ALPI (Attività Libero Professionale Intramuraria) presso la Regione Lazio, con il compito di vigilare sull’attività di intramoenia nelle strutture ospedaliere e ASL.ù

Ad onor del vero, questa Commissione si è riunita pochissimo, determinando in questo modo una inefficacia di fondo nel raggiungimento dell’obiettivo per cui è nata.

La Regione Lazio si è svegliata all’ultimo minuto, volendo ora ricostituire l’Organismo, ma a quale scopo dato il fatto che è rimasto praticamente inattivo per lungo tempo?

E’ come se si volesse fare in modo che la nuova giunta si vada a trovare davanti al fatto compiuto.

L’intramoenia si sa è una iattura a causa del fatto che non ci sono controlli, anche a seguito della complicità dei direttori generali.

In media, il 52% dei dirigenti medici con rapporto esclusivo esercita la libera professione intramuraria (pari al 49,1% del totale dei dirigenti medici), di cui il 56% esercita l’ALPI all’interno degli spazi aziendali, il 26% al di fuori della struttura ed il 18% svolge attività libero professionale sia all’interno che all’esterno delle mura aziendali (ad esempio attività in regime ambulatoriale svolta presso il proprio studio professionale ed attività in regime di ricovero svolta all’interno degli spazi aziendali).

Prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzando le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso, percepiscono un compenso da parte del paziente.
Le prestazioni sono generalmente le medesime che il medico deve erogare, sulla base del suo contratto di lavoro con il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la normale operatività come medico ospedaliero.

Le criticità fondamentali sono costituite dal fatto che: in primo luogo i tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni non dovrebbero essere troppo lunghi, ma essendo terra di nessuno, nessuno controlla e per la stessa prestazione vengono allungati i tempi di attesa, magari di proposito così il paziente paga 50€.

In secondo luogo, si favorisce una prestazione privata in concorrenza con una struttura pubblica, il che dovrebbe in qualche modo favorire quest’ultima grazie alla percentuale che il medico versa, invece ci rimette.

L’intramoenia è una fonte di grande iniquità, discrimina i pazienti in base alle possibilità economiche, pensiamo quindi alle conseguenze su 10 milioni di poveri in Italia: non avranno possibilità di curarsi a causa di liste di attesa lunghissime e perché non hanno i soldi per l’intramoenia.

Nelle tasse che noi paghiamo non c’è forse anche il contributo al Sistema Sanitario Nazionale, eppure questo non garantisce di poter accedere in tempo utile alle cure, allora si ricorre all’intramoenia, ma quest’ultima acuisce l’iniquità sociale perché è una scorciatoia per non aspettare i tempi biblici delle liste di attesa.

Dott.ssa Carla Pillitu,
Ufficio Stampa CODICI
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