Ennesimo caso di malasanità per un cinquantenne, morto al Grassi di Ostia, a causa di un’infezione dopo l’intervento per ricomporre la frattura ad una tibia
Questa la situazione degli ospedali nella regione Lazio, dove un intervento non salvavita, può rivelarsi letale a causa di un’infezione contratta all’interno della struttura. La caduta del servizio, il personale carente e i disservizi dovuti alle interminabili liste d’attesa, sono solamente alcune delle problematiche riscontrate nei differenti nosocomi laziali, ovviamente in un contesto nazionale disastroso.
A carico delle aziende ospedaliere italiane risulta un buco da 1 miliardo e mezzo di euro, suddiviso tra 42 ospedali, con rispettivamente il 29% dell’obsolescenza delle strutture e il 74% per quanto riguarda i macchinari per fare tac e risonanze. Paradossalmente poi, gli ospedali che hanno i conti in ordine, non riescono a garantire i livelli essenziali di assistenza. Sappiamo che a detenere la maglia nera delle perdite è la regione Campania, ma segue a ruota la regione Lazio, dove dei 257 milioni di buco, ben 77 sono dell’ospedale San Camillo – Forlanini.
In Italia si sa che prestazioni ospedaliere, ricoveri ed interventi chirurgici lievitano in base alla regione, allargando la forbice degli sprechi ed i contributi regionali non corrispondono in molti casi al valore delle prestazioni erogate.
Nella Regione Lazio oramai dopo 10 anni di commissariamento sulla sanità, parrebbe iniziarsi a vedere la luce in fondo al tunnel, ma a quale prezzo?
La sanità romana, ha visto negli ultimi anni una caduta verticale della qualità assistenziale e degli ospedali.
Sono aumentati i costi a carico dei cittadini con le addizionali regionali sull’Irpef, aumentate del 59%, è grazie a questi magheggi a carico del contribuente che si è avuto un taglio degli sprechi. Ovviamente la soluzione è stata trovata aumentando le tasse per i cittadini e tagliando soprattutto sul personale sanitario, che avrà come conseguenza un’offerta di assistenza di scarsissimo livello.
I servizi offerti ed il personale sono carenti, così sono stati rimessi in pari i conti della sanità regionale e si potrà uscire dal commissariamento.
Duri tagli agli ospedali, liste d’attesa infinite e carenza di personale: -11.494 unità tra medici, infermieri e operatori addetti all’assistenza dal 2006 al 2016
L’allarme vige anche sui pensionamenti: nel biennio 2017-2018 si rischia di perdere altri 2.700 operatori, a fronte delle 300 assunzioni rispetto ai 3mila pensionamenti.
Sostanzialmente ci troviamo di fronte ad un sistema sanitario già duramente provato, che rischia di collassare definitivamente.
Dott.ssa Carla Pillitu,
Ufficio Stampa CODICI
Cell. 340.0584752
Email: ufficio_stampa@codici.org
Tel. 06.55301808 Fax. 06.55307081
Powered by WPeMatico