Secondo quanto riportato da Il Fatto Alimentare sono state rilevate oltre 56.000 utilizzi impropri del marchio “Chianti” ed è stato rimosso quasi l’80% dei prodotti di cui sopra. In tantissime occasioni infatti vengono venduti vini spacciati per Chianti tramite etichette e loghi contraffatti: peccato che poi il consumatore si trova a bere preparati chimici in polvere.
Una frode che tocca innanzitutto il mercato degli Stati Uniti, letteralmente invasi da portali di e-commerce che vendono kit chimici per preparare il vino in casa ed etichette da applicare su bottiglie: dopo gli U.S.A. vengono Russia e Cina, quindi Canada ed Australia.
“Per provare a prevenire questo tipo di frodi abbiamo deciso di permettere l’imbottigliamento del vino solo in Toscana”, queste le parole di Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, che però è consapevole di avere fatto solo un primo passo per garantire maggiori controlli e salvaguardare una denominazione così importante.
Noi dell’Associazione CODICI rimaniamo semplicemente esterrefatti davanti ad una truffa del genere, ma allo stesso tempo restiamo sempre più fermi nella nostra battaglia contro ogni forma di contraffazione. Siamo partner del CNAC (Consiglio Nazionale Anti Contraffazione) ed aderiremo anche quest’anno al piano strategico nazionale con varie iniziative tra cui “Io Sono Originale”: un’iniziativa dedicata alla tutela del Made in Italy ed alla lotta alla contraffazione in tutti i settori.
Fonte: CODICI: L’etichetta dice Chianti, in realtà è vino in polvere
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