Le amare conseguenze dell’analfabetismo e dell’abbandono scolastico

Nel mondo contemporaneo l’analfabetismo costituisce un problema gravissimo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo o sottosviluppati. Con quali mezzi si può lottare contro questo stillicidio? 

Secondo l’UNESCO l’82% della popolazione mondiale ha un livello discreto di alfabetizzazione (87% uomini e 77% donne): tuttavia questo dato risente molto della localizzazione geografica.

Infatti in Asia meridionale e occidentale, nell’Africa nera e negli Stati arabi solo il 60% della popolazione sa scrivere (e a volte soltanto il 50% delle donne). Invece, in America Latina, nei Caraibi, in Asia orientale e nell’area del Pacifico, gli alfabetizzati sono circa il 90%, ma queste regioni contano lo stesso il 22% degli analfabeti del mondo.

I più colpiti dalla scure dell’analfabetismo sono i bambini ed i giovani. Secondo l’Unicef, negli ultimi 10 anni la percentuale di bambini e giovani tra i 6 e i 15 anni che non vanno a scuola è diminuita: oggi l’11,5 % dei bambini in età scolare – pari a 123 milioni – non frequenta la scuola, nel 2007 erano il 12,8% – ovvero 135 milioni. I bambini che vivono nei paesi più poveri del mondo e nelle zone di conflitto sono colpiti in maniera sproporzionata. Restano comunque cifre intollerabili.

Dei 123 milioni di bambini che non frequentano le scuole, ben il 40% vive nei Paesi meno sviluppati e il 20% in zone dove ci sono guerre e conflitti. In media, meno del 2,7% degli appelli umanitari a livello globale sono dedicati all’istruzione. E i fondi stanziati per aiutarli non bastano.

Fino a questo momento sono state stanziate soltanto somme irrisorie se comparate alle esigenze richieste per garantire istruzione ai bambini che vivono in situazioni di crisi.  Sono indubbiamente necessari più fondi per dare ai bambini la stabilità e le opportunità di cui hanno bisogno. In concreto però il cittadino comune come può contribuire in prima persona?

Tra i tanti modi per aiutare questi giovani disagiati l’adozione a distanza può rappresentare uno strumento concreto per supportare la loro frequenza scolastica e il loro sviluppo educativo.

La povertà, tracciando le somme, è proprio la causa principale di questo diniego all’istruzione dilagante nel Mondo. Nei Paesi più poveri del mondo, in particolare nelle zone rurali, le scuole sono troppo care, troppo lontane o non hanno degli insegnanti qualificati. In molti casi, le scuole non esistono nemmeno.

Proprio per questo motivo un contributo costante alla crescita di questi giovani può essere fondamentale per spezzare questo circolo vizioso fatto di esclusione sociale, miseria e violenza pubblica.

 



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