Purtroppo il consumatore italiano è vittima indifferenziata di pratiche commerciali scorrette o servizi non richiesti da parte delle aziende, non solo energetiche ma anche telefoniche, e si badi bene, nonostante qui le cifre siano inferiori, il fenomeno non è meno trascurabile
Sempre più frequenti sono infatti le problematiche sui “servizi a valore aggiunto o a contenuto” che stanno raggiungendo un livello allarmante, oltre che fuorviante per un mercato degno di essere definito trasparente ed efficace.
Ad oggi come è noto la facilità con la quale si cade nella truffa è strabiliante, basta sfiorare un banner o stare sulla pagina di un articolo per più di un minuto, e ci si ritrova attivato un servizio mai richiesto, ad un costo medio di 4,99€ settimanali, che vengono prontamente scalati dal vostro credito.
La semplicità di attivazione non corrisponde quasi mai alla trasparenza o alla altrettanta semplicità nella disattivazione.
Per disattivare gli abbonamenti infatti, il consumatore è costretto quasi sempre a chiedere la nostra assistenza perché diventa incomprensibile, o quasi mai identificabile, la modalità per disattivare.
Come pure, è altrettanto inconcepibile la eccessiva discrezionalità che gli operatori adottano per stabilire chi e quando si abbia diritto ad un rimborso.
Inoltre, da qualche tempo i principali operatori, hanno dato vita ad una piattaforma congiunta MobilePay http://www.mobilepay.it/fe-mobilepay/what_and_how_it_works?lang=it_IT
la quale sta facilitando le attivazioni dei servizi “premium” e ostacolando invece la rimozione di detti servizi dal proprio conto telefonico. MobilePay è, a detta loro, “ la nuova piattaforma di pagamento, realizzata dai sei maggiori operatori italiani di telefonia mobile – Fastweb, Poste Mobile, Telecom Italia Mobile, 3 Italia, Vodafone e Wind – che nasce per facilitare e velocizzare micropagamenti di servizi digitali, fruibili tramite smartphone, PC, Tablet. MobilePay permette di acquistare con fiducia sia contenuti singoli che servizi in abbonamento.”
Appare infatti chiaro nella sua configurazione, come potrebbe essere uno strumento con cui gli operatori ricevono ampia gratificazione nella tracciatura dati, nei pagamenti e anche nei ricavi dall’attivazione di questi servizi.
A nostro avviso potrebbe configurarsi come un vero e proprio strumento per attuare un cartello sul settore, oltre che ostacolare la tutela del consumatore.
Inoltre è risultato che, alla richiesta della disattivazione totale dei servizi “premium”, gli operatori possono provvedere solamente disattivando completamente qualsiasi servizio, anche quelli richiesti dall’utente, perché utili alla propria tutela come ad esempio gli sms della banca che avvisano dell’avvenuto pagamento o transazione, al fine di scongiurare possibili truffe o sottrazioni indebite di denaro dal proprio conto.
Quindi se viene disattivato l’intero servizio “premium”, anche quelli richiesti, non si potranno più ricevere ad esempio gli sms alert dalla banca che avvisa dell’avvenuto prelievo o sottrazione di denaro non autorizzata dal proprio conto, o comunque anche altre informazioni rilevanti sulla persona che sono state richieste espressamente dal consumatore.
Questo espone quest’ultimo a rischi ben più alti della sottrazione dei 4,99 euro settimanali (sebbene non siano pochi).
“Pertanto vista l’ampiezza del fenomeno – dichiara Luigi Gabriele Affari istituzionali Codici – la gravità e la consistenza del numero degli operatori coinvolti, nonché la necessità di intervenire con la regolazione e non con l’autoregolazione (auspicata dagli operatori), al fine di tutelare correttamente i consumatori, chiediamo quanto prima di intervenire: all’Antitrust affinché le compagnie telefoniche non facciano cartello attraverso la piattaforma Mobilepay ed all’Agcom chiediamo di snellire il procedimento attraverso il quale poter ottenere il rimborso del credito indebitamente sottratto, in quanto ad oggi bisogna inoltrare un fax o una e-mail Pec certificata per disattivare il servizio non richiesto. Ma soprattutto di porre un freno, se non proprio una moratoria su questa che sta diventando dopo il Telemarketing aggressivo, la nuova frontiera delle truffe ai consumatori”.
Ad oggi come è noto la facilità con la quale si cade nella truffa è strabiliante, basta sfiorare un banner o stare sulla pagina di un articolo per più di un minuto, e ci si ritrova attivato un servizio mai richiesto, ad un costo medio di 4,99€ settimanali, che vengono prontamente scalati dal vostro credito.
La semplicità di attivazione non corrisponde quasi mai alla trasparenza o alla altrettanta semplicità nella disattivazione.
Per disattivare gli abbonamenti infatti, il consumatore è costretto quasi sempre a chiedere la nostra assistenza perché diventa incomprensibile, o quasi mai identificabile, la modalità per disattivare.
Come pure, è altrettanto inconcepibile la eccessiva discrezionalità che gli operatori adottano per stabilire chi e quando si abbia diritto ad un rimborso.
Inoltre, da qualche tempo i principali operatori, hanno dato vita ad una piattaforma congiunta MobilePay http://www.mobilepay.it/fe-mobilepay/what_and_how_it_works?lang=it_IT
la quale sta facilitando le attivazioni dei servizi “premium” e ostacolando invece la rimozione di detti servizi dal proprio conto telefonico. MobilePay è, a detta loro, “ la nuova piattaforma di pagamento, realizzata dai sei maggiori operatori italiani di telefonia mobile – Fastweb, Poste Mobile, Telecom Italia Mobile, 3 Italia, Vodafone e Wind – che nasce per facilitare e velocizzare micropagamenti di servizi digitali, fruibili tramite smartphone, PC, Tablet. MobilePay permette di acquistare con fiducia sia contenuti singoli che servizi in abbonamento.”
Appare infatti chiaro nella sua configurazione, come potrebbe essere uno strumento con cui gli operatori ricevono ampia gratificazione nella tracciatura dati, nei pagamenti e anche nei ricavi dall’attivazione di questi servizi.
A nostro avviso potrebbe configurarsi come un vero e proprio strumento per attuare un cartello sul settore, oltre che ostacolare la tutela del consumatore.
Inoltre è risultato che, alla richiesta della disattivazione totale dei servizi “premium”, gli operatori possono provvedere solamente disattivando completamente qualsiasi servizio, anche quelli richiesti dall’utente, perché utili alla propria tutela come ad esempio gli sms della banca che avvisano dell’avvenuto pagamento o transazione, al fine di scongiurare possibili truffe o sottrazioni indebite di denaro dal proprio conto.
Quindi se viene disattivato l’intero servizio “premium”, anche quelli richiesti, non si potranno più ricevere ad esempio gli sms alert dalla banca che avvisa dell’avvenuto prelievo o sottrazione di denaro non autorizzata dal proprio conto, o comunque anche altre informazioni rilevanti sulla persona che sono state richieste espressamente dal consumatore.
Questo espone quest’ultimo a rischi ben più alti della sottrazione dei 4,99 euro settimanali (sebbene non siano pochi).
“Pertanto vista l’ampiezza del fenomeno – dichiara Luigi Gabriele Affari istituzionali Codici – la gravità e la consistenza del numero degli operatori coinvolti, nonché la necessità di intervenire con la regolazione e non con l’autoregolazione (auspicata dagli operatori), al fine di tutelare correttamente i consumatori, chiediamo quanto prima di intervenire: all’Antitrust affinché le compagnie telefoniche non facciano cartello attraverso la piattaforma Mobilepay ed all’Agcom chiediamo di snellire il procedimento attraverso il quale poter ottenere il rimborso del credito indebitamente sottratto, in quanto ad oggi bisogna inoltrare un fax o una e-mail Pec certificata per disattivare il servizio non richiesto. Ma soprattutto di porre un freno, se non proprio una moratoria su questa che sta diventando dopo il Telemarketing aggressivo, la nuova frontiera delle truffe ai consumatori”.