E’ giusto eliminare il costo delle casette dell’acqua dalle bollette di tutti gli utenti di Roma e provincia, in modo che a pagare sia solamente chi realmente usufruisce del servizio, turisti compresi, ad un costo irrisorio, ma Acea deve comunque restituire ai romani i 3 milioni di euro spesi per l’installazione in occasione del Giubileo.
La storia delle “Casette dell’acqua” a Roma inizia qualche anno fa, quando Irace e Tomasetti, ex rappresentanti di Acea, decisero l’installazione di questi punti di erogazione, al fine di “rifare il make up” all’azienda in un momento non particolarmente fiorente.
Per finanziare tale servizio venne utilizzata la tariffa del Servizio Idrico Integrato, e vennero spesi ben 3 milioni di euro, prelevati direttamente dalle tasche dei romani.
Ciò da subito apparve come un’iniziativa lesiva per il consumatore, dunque, va benissimo non aggiungere un ulteriore onere in bolletta per il pagamento delle casette dell’acqua, ma pretendiamo che venga restituito quanto già speso agli utenti.
Abbiamo richiesto un incontro al nuovo presidente Acea, Luca Lanzalone, per esprimere le nostre perplessità e presentargli un quadro chiaro ed esaustivo delle criticità che riguardano l’azienda e, soprattutto, per evidenziare gli enormi e continui disagi segnalati quotidianamente dai consumatori.
L’incontro, però, è stato rinviato a settembre, mentre gli utenti romani si ritrovano nella più totale disperazione a causa di interruzioni di fornitura, perdite, guasti e bollette spropositate.
Se questo non interessa alla presidenza, ci auguriamo sia priorità per il Comune di Roma, il proprietario dell’azienda.
Chiediamo, dunque, un incontro con il consigliere del M5S, Giuliano Pacetti, per dare un apporto di natura tecnica alla delicata questione, che ha bisogno di essere affrontata con serietà, competenza e tecnica, affinchè il servizio idrico, di depurazione e fognatura sia all’altezza degli altri Paesi europei.
Codici per tutelare gli interessi di tutti i consumatori presenterà un secondo esposto all’Antitrust, come già accadde nel 2014, per denunciare il perpetrarsi di pratiche commerciali scorrette.
Fonte: CODICI:
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