Il Diritto di Recesso è disciplinato dagli articoli 64 e seguenti del Decreto Legislativo 206/2005 (Codice del Consumo). Ecco alcune brevi F.A.Q. per conoscerlo ed esercitarlo nel modo giusto.
Cos’è il Diritto di Recesso?
E spesso chiamato “diritto di ripensamento”, anche se il termine non è quello giuridicamente corretto e non deve essere usato quando si inviano comunicazioni per esercitarlo.
Esercitandolo, hai la possibilità di “tirarti indietro”, eliminando le conseguenze di un contratto che hai stipulato.
Posso sempre esercitarlo?
No. Questo diritto esiste solo ed esclusivamente per le seguenti categorie di contratti stipulati da un CONSUMATORE, ossia da una persona fisica che agisce per scopi estranei alla sua eventuale attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale:
- Sì per contratti negoziati FUORI DAI LOCALI COMMERCIALI, vale a dire per la strada, presso l’abitazione del consumatore o comunque al di fuori della sede del venditore;
- No per acquisti fatti in negozio e per contratti stipulati nel luogo destinato alla vendita dei servizi.
- Sì per contratti stipulati A DISTANZA: sono tali quelli conclusi tra due o più parti che, in quel momento, non si trovano materialmente nello stesso luogo (contratti per corrispondenza, per telefono, attraverso Internet…).
- Nota Bene – Non esiste il diritto di recesso per le vendite a distanza:
- di strumenti finanziari;
- tramite distributori automatici;
- tramite telefono pubblico;
- per la costruzione e acquisto di beni immobili (per i contratti di locazione a distanza esiste invece il diritto di recesso);
- per la fornitura di prodotti alimentari o di uso domestico corrente consegnati con scadenza regolare;
- di servizi relativi all’alloggio, ai trasporti, alla ristorazione, al tempo libero, quando e’ prevista una data o un periodo determinato per la fornitura (per esempio con prenotazione);
- di servizi la cui esecuzione sia iniziata prima di 10 giorni lavorativi;
- di beni e servizi il cui prezzo e’ legato al tasso di interesse e non puo’ essere controllato dal venditore;
- di beni confezionati su misura o personalizzati;
- di prodotti audiovisivi o software sigillati aperti dal consumatore (per esempio un DVD sigillato);
- di giornali, riviste e periodici;
- di servizi di scommesse e lotterie.
Esiste un termine entro il quale posso recedere dal contratto?
Sì, ed è fondamentale ricordarlo: il diritto di recesso può essere esercitato entro il termine di 10 giorni lavorativi, decorrenti dalla sottoscrizione del contratto o dalla consegna della merce. Fa fede la ricevuta di invio della raccomanda (la “velina”)
Posso recedere per telefono o attraverso un’e-mail?
No, non è sufficiente: il diritto di recesso si esercita con l’invio, entro il termine appena visto, di una comunicazione SCRITTA alla sede del venditore mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento.
Se decido di recedere, devo fornire spiegazioni?
No, non è necessario spiegare il motivo per il quale si è deciso di esercitare questo diritto: è sufficiente inviare al venditore una comunicazione con la quale lo si informa dell’intenzione di recedere dal contratto.
Quali sono le conseguenze dell’esercizio del diritto di recesso?
L’effetto è la liberazione di entrambe le parti dagli obblighi che avevano assunto stipulando il contratto (pagamento e consegna della merce, se non ancora avvenuta – diritto alla restituzione se il venditore aveva inviato il bene).
Il recesso si paga?
No: la legge vieta al venditore di chiedere denaro per l’esercizio di questo diritto. Le uniche spese a carico del consumatore che recede sono quelle per la restituzione del bene al venditore, e solo se ciò è espressamente previsto nel contratto.
Ma, in pratica, come faccio a recedere?
E’ sufficiente, entro 10 giorni dall’acquisto, inviare per raccomandata la lettera di recesso. Trovate un fac-simile di lettera di recesso editabile cliccando qui