Il potere di acquisto delle famiglie aumenta dello 0.6% rispetto al primo trimestre dello scorso anno e dello 0.8% su base annuale. I dati sono forniti dall’ultima indagine Istat che evidenzia anche una significativa crescita sul fronte della propensione al risparmio, con una crescita dello 0.4% rispetto al solo trimestre precedente. Ciò vuol dire che nonostante la timida ripresa economica del Paese, gli italiani continuano ad essere prudenti, scegliendo di gestire le proprie risorse attraverso specifici strumenti. I conti correnti on line, scelti da oltre 16.6 milioni di italiani, sono ad esempio un modo pratico e sicuro per monitorare le proprie spese e richiedono costi di gestione davvero contenuti rispetto alle formule tradizionali.
Il potere di acquisto delle famiglie cresce ma non riattiva i consumi
Il report diffuso dall’Istat su “La spesa per consumi delle famiglie” annuncia, dopo due anni di cali consecutivi, un aumento della spesa media mensile per famiglia dello +0,8% rispetto ai dati raccolti nel 2013. Questa ripresa sarebbe inoltre accompagnata da una moderata crescita del reddito disponibile e della propensione al risparmio.
La crescita del potere di acquisto delle famiglie non influenza però le spese medie mensili registrate tra il 2013 e il 2014, che restano pressoché invariata, tenendo comunque in considerazione le dinamiche dei prezzi. Il livello di spesa alimentare mensile rimane complessivamente stabile, con valori di circa 436 euro al mese, evidenziando però un peggioramento della qualità dei prodotti acquistati, con una crescita dei cibi pronti di altre preparazioni alimentari.
Stabili sono invece i valori relativi alla spesa dei beni e dei servizi non alimentari, che registrano un calo per le spese relative alla comunicazione, alla ristorazione e ai servizi ricettivi. In crescita, dopo tre anni di forti cali, sono però le spese per abbigliamento e le calzature, i mobili, gli articoli e i servizi per la casa, la salute, l’istruzione, la cura della persona e gli effetti personali.
La spesa media mensile è strettamente legata al titolo di studio e al tipo di occupazione. Una persona con laurea e titolo di studio post laurea avrà in generale maggiori opportunità rispetto di spesa rispetto a chi è in possesso di un diploma o di una licenza di scuola media. Inevitabili le differenze territoriali, che ancora una volta penalizzano le aree del Sud Italia.