I movimenti locali per l’acqua pubblica di Civitavecchia continuano a chiedere a viva voce al Comune di apporsi alla decisione del TAR del Lazio riguardo l’affidamento forzoso ad ACEA della gestione del servizio, ed al trasferimento all’ATO delle reti, paventando incredibili aumenti di tariffa che, lasciando la gestione “al Comune” non ci sarebbero stati.
Cerchiamo di ristabilire, quanto meno, la verità su quanto accaduto, e su quanto accadrà, al fine di non ingenerare paure ingiustificate nei consumatori.
Partiamo dalla tariffa. Oggettivamente la tariffa idrica di Civitavecchia è inferiore di quella che propone ACEA (anche se non è esattamente così), ma cosa sarebbe successo a partire dal 2013
La Tariffazione:
Con il decreto “Salva Italia” è stato deciso dal Governo Monti di estendere i poteri dell’ Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas anche al servizio idrico, al fine di creare una Tariffa Unica d’Ambito e ridefinire gli ambiti stessi. L’Autorità inoltre imporrà l’adeguamento alla qualità minima del servizio.
A partire dal 2013 quindi i cittadini di Civitavecchia si sarebbero trovati a pagare comunque la Tariffa Unica, ed il Comune (attuale “Gestore”) si sarebbe trovato OBBLIGATO a fare investimenti sulla rete con soldi che non ha, pena pagare pesanti sanzioni sempre con gli stessi capitali di cui non dispone.
Sarebbe stato il collasso del sistema “Comune” nel suo insieme. Ora gli investimenti da fare nell’Idrico di Civitavecchia sono un problema di ACEA, ed i cittadini pagheranno comunque ad ACEA la stessa tariffa che avrebbero pagato con HCS a partire dal prossimo anno.
Acqua gestita dal Comune, siamo sicuri?
Ma a Civitavecchia l’acqua era “Comunale” e la nostra azione la privatizza? Assolutamente no!
La gestione del servizio idrico era già stato affidato ad una Società Privata, l’HCS, che, praticamente, è nata con il chiaro intento di privatizzare i servizi pubblici locali nella sua interezza. In pratica il Comune si era creato la propria “mini ACEA” locale, e ne aveva subito messo in vendita il 60%, ma non si è fermato a questo: ha infatti, cosa inaudita, conferito gli acquedotti e le altra infrastrutture ad un’altra società privata, pur se partecipata, la Civitavecchia Infrastrutture.
Cosa impediva al Comune, che oggi si auto-dichiara sull’orlo del dissesto, ti porre in vendita parte della Civitavecchia Infrastrutture, privatizzando “de facto” gli acquedotti?
Il Comune vuole gestire l’idrico ed il nostro ricorso lo ha impedito?
Assolutamente no! Il nostro ricorso voleva porre fine al pericoloso binomio HCS-Civitavecchia infrastrutture, lasciando alla politica il compito di scegliere come onorare l’esito referendario, e la politica locale HA SCELTO ACEA.
Ben nascosto in un nostro precedente comunicato, proprio per dare modo alla Politica locale di spiegare la loro scelta, noi lo avevamo già scritto: con “nota n. 10897 del 24 febbraio 2012, con cui il Comune di Civitavecchia si dichiara pronto al passaggio del S.I.I. al gestore unico ACEA ATO e contestualmente richiede all’Autorità ATO 2 di predisporre il verbale di presa in carico”.
La politica locale si è ben guardata dallo spiegare ai cittadini cosa significasse quella nota, e allora lo facciamo noi.
A fine febbraio di quest’anno quindi, la giunta Moscherini, ha rinnegato la scelta HCS per l’idrico e, invece di valutare la possibilità di gestire localmente il servizio, ha consegnato la gestione ad ACEA.
A questo punto, però, è successo l’inverosimile: da febbraio ad oggi la gestione dell’idrico, pur essendo tutte le figure coinvolte (Comune, ACEA, ATO e Regione Lazio) perfettamente d’accordo per la gestione ACEA materialmente non procedevano al passaggio, ed HCS continuava a gestire l’Acqua, riscuotendo la tariffa, per mera inerzia istituzionale.
La nuova Giunta, inoltre, guidata dall’attuale Sindaco Tidei, non ha smentito in alcun modo la nota prodotta prodotta dalla precedente Amministrazione ma anzi, in perfetta continuità con l’atteggiamento del predecessore, ha continuato a non confrontarsi con la nostra associazione (Unica riconosciuta dal CNCU presente sul territorio), sancendo da un lato la natura apolitica ed apartitica della stessa (consumatori ignorati in maniera “bipartisan”), ma impedendoci di fatto ogni azione non giudiziaria di tutela.
Il nostro ricorso quindi, ha solo “sbloccato” la situazione e saremo in prima linea affinché ACEA, che già si è impegnata in tal senso, faccia tutti gli investimenti necessari affinché il diritto all’Acqua Potabile, un sogno per molti cittadini che se lo vedono negare per lunghi periodi, diventi realtà.
Perché non abbiamo “parlato prima”? Perché non abbiamo proposto una Class Action contro alle ordinanze di non potabilità ed alle frequenti interruzioni del servizio?
Noi abbiamo “parlato prima”! La politica locale ha fatto “orecchie da mercante” ai nostri appelli.
Abbiamo infatti interessato tutte le Autorità che, a livello Comunale, Provinciale, Regionale e Nazionale, si occupano di acqua, e tutte, tranne quelle comunali, ci hanno dato ascolto.
Abbiamo addirittura organizzato, durante l’Amministrazione Moscherini, un incontro con i politici locali (Vedi il video integrale) alla presenza di esponenti di rilievo nella tutela dei consumatori, e dove era presente sia MDC che CO.DI.CI (firmatari del ricorso).
L’allora Sindaco Moscherini si negò per giorni a nostri incaricati che volevano invitarlo all’incontro. (Per chi vuole veramente conoscere le motivazioni alla base delle nostre azioni può visionare il filmato integrale dell’incontro sul nostro sito www.sportelloconsumatori.org )
Il Comune infatti, continua anche oggi, ad evitare accuratamente ogni confronto con la nostra associazione, costringendoci in questo modo a procedere sempre per le vie legali.
Ma allora perché non abbiamo proposto una Class Action per andare incontro ai disagi dei cittadini? Ebbene, la Class Action è avviata da tempo, ma non la stiamo al momento “spingendo” per non aggiungere al danno che già subiscono i cittadini, anche la beffa.
La Class Action è infatti un’azione risarcitoria ed è proponibile, ad oggi, solo nei confronti del Comune.
Ma se il Comune fosse stato condannato a risarcire i danni ai Cittadini dove avrebbe potuto trovare i fondi se non nel Bilancio?
E quali sono le “entrate” del comune se non le tasse pagate dai Cittadini? Nella situazione attuale quindi, in caso di Class Action, si arriverebbe al paradosso che i cittadini sarebbero condannati a risarcire loro stessi.
Con l’ingresso di ACEA nella vicenda, i cittadini verrebbero risarciti attingendo ai fondi di ACEA, e quindi alla tariffa idrica.
La nostra, comunque, è una delle pochissime associazioni che ha in essere con ACEA ( e, per inciso, con praticamente TUTTI i fornitori di servizi nazionali) protocolli di intesa a tutela del consumatore, che permettono di risolvere le problematiche dei cittadini al di fuori dei tribunali.
Le aziende firmatarie degli accordi, fra le quali ACEA, ma che ENEL, TELECOM, TELETU, e moltissime altre, si sono impegnate, dopo una nostra contestazione, a non interrompere la fornitura del servizio fino a totale chiarimento della vicenda.
Si potranno contestare le bollette senza avere la paura che l’acqua ci venga staccata. E non sarà più necessario cercare “l’amico che conosce” per risolvere i problemi: i cittadini saranno finalmente tutti uguali dinnanzi a diritto.
Quello che volevamo chiedere al Comune era, oltre all’impegno formale a gestire direttamente l’idrico, di avere pari garanzie di tutela del consumatore (non interruzione del servizio in caso di contestazione della bolletta) e garanzie risarcitorie in caso di disservizio.
Ne il Sindaco Moscherini, ne il Sindaco Tidei hanno ritenuto opportuno riceverci. Perché?
Cosa rispondiamo ai Movimenti Locali per l’Acqua Pubblica
Ovviamente la nostra associazione, e la sede locale in particolare, sono per la gestione pubblica dell’Acqua.
A livello nazionale siamo fra i fondatori dei movimenti referendari, e a livello locale, ben 3 cittadini del Comprensorio di Civitavecchia (Il Presidente locale di MDC, e due nostri giovani soci) erano nell’Ufficio Stampa Nazionale dei Movimenti referendari.
La situazione politica civitavecchiese, però, nella sua abitudine alla politica urlata e conflittuale, è riuscita a mettere in contrapposizione ben 3 diritti fondamentali dell’uomo: Il Diritto all’Acqua Potabile, Il Diritto all’ Acqua Pubblica ed il Diritto al Lavoro.
Entrare in contrapposizione significa solo aumentare le tensioni sociali ed allontanare la soluzione del problema nel suo insieme, rinunciando, di fatto, a cercarla.
Noi abbiamo desistito dal chiedere il risarcimento al Comune per la violazione del Diritto all’Acqua Potabile, per non causarne il dissesto, ed abbiamo soprasseduto al momento di evidenziare il totale illegittimo non coinvolgimento dei consumatori nella vicenda della liquidazione di HCS, per non intralciare con le nostre azioni i sindacati impegnati nella difesa del Diritto al Lavoro.
Chiediamo quindi ai movimento locali di desistere dal difendere l’indifendibile gestione locale del servizio idrico, difesa posta in essere ad un passo dal 2013 in cui tutto cambierà comunque, a partire dalla tariffa, e mai espressa quando pubblicamente annunciammo le nostre intenzioni.
Non opponetevi ad un ricorso che ha riportato legalità e diritti nella gestione dell’acqua, materializzando una decisione dell’allora Sindaco Moscherini, che ne ha già risposto, e riteniamo ne risponderà ancora, agli elettori.
Affiancateci invece nelle nostre battaglie provinciali, regionali e nazionali, affinché il percorso avviato di deprivatizzazione dell’Acqua non si interrompa.
Affiancateci nel momento delicato della transizione fra la gestione HCS e la gestione ACEA, e non rendetevi complici del permanere della situazione attuale di non gestione e di dissesto.
Sappiamo anche noi che l’acqua a Civitavecchia potrebbe essere gestita dal Comune, ma non nel breve periodo, e non vogliamo che i cittadini subiscano un aumento delle tariffe inevitabile senza poter nemmeno sperare in un miglioramento del servizio.
Quando il Comune avrà ristabilito una situazione contabile decente, ed avrà capito che i diritti dei consumatori, da noi rappresentati, non possono essere ignorati, saremo al vostro fianco per riprenderci l’acqua.
Ora, se permettete, dobbiamo tutelare i troppi cittadini che da troppo tempo aspettano di poter bere e lavarsi in casa.
Cosa chiediamo al Sindaco Tidei.
Semplicemente, se è di troppo disturbo, vorremmo ricordargli che oltre ai lavoratori, ai liquidatori, al Tribunale, ai partiti e ai movimenti, agli equilibri di governo ed ai creditori, esistono anche i Cittadini Consumatori che aspettano qualche risposta.
Se non sbagliamo sono loro che l’hanno eletta, e ci pare singolare che le Associazioni deputate dalla legge a rappresentarle non trovino udienza presso di Lei.
Comprendiamo che Lei è abituato a forze che la contrastano per logiche partitiche, e spesso anche solo per interesse di “orticello”, ma le ricordiamo che noi siamo un’ “Ente Esponenziale posto a tutela del Consumatore”, come il TAR ha più volte chiarito al Comune, e che è in itinere un ricorso al Capo dello Stato che, annullando la delibera 71, potrebbe far ricadere l’intera gestione dei servizi pubblici in capo al comune.
Anche in questo caso, come nel caso del famigerato ricorso al TAR, non ritiene opportuno confrontarsi con chi quel ricorso lo ha firmato, a difesa proprio del principio che la gestione dei servizi pubblici deve essere pubblica?
Perché, quando ottenemmo, dopo varie pressioni, un appuntamento con Lei, invece di ascoltarci ci passò di fronte senza degnarci di uno sguardo e delegò il suo Capo di Gabinetto a riceverci?
Che fine hanno fatto le nostre istanze presentate in quella sede?
Guardi, le evitiamo anche di cercare i nostri recapiti nell’albo comunale delle associazioni, nel quale siamo iscritti da qualche anno.
Può farci contattare, per concordare un incontro, lo 0766/036164, un numero che decine di cittadini conoscono perché ci chiamano per difenderli da bollette pazze, recupero crediti, disservizi, … , e ci chiamano perché, come dimostrato, abbiamo le prerogative di legge per tutelarli.
Non ci costringa a dover tutelare di nuovo i cittadini dalla propria amministrazione.
Il Sindaco faccia un gesto di discontinuità rispetto alla precedente amministrazione: parli con chi i servizi li usa!