Il termine è ripreso dall’ambito ingegneristico per indicare la capacità di un materiale di resistere a un urto improvviso senza spezzarsi.
In psicologia indica la capacità di reagire in maniera positiva di fronte a traumi, difficoltà ovvero riorganizzare positivamente la propria vita, rialzarsi da terra più forti di prima, restando fiduciosi nella vita.
Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza.
Fin dalle epoche più remote, gli esseri umani si sono distinti per la capacità di sopravvivere a disastri naturali, guerre, e a ogni sorta di carestia o malattia. Ciò è stato possibile perchè l’uomo è “programmato” per resistere alle sventure, superarle, e convivere quotidianamente con lo stress.
Per quanto siamo resilienti, possono verificarsi però momenti in cui le situazioni sono troppo pesanti da sopportare, generando un’instabilità più o meno duratura e pervasiva.
Gli individui resilienti hanno trovato in se stessi, nelle relazioni umane, e nei contesti di vita, quegli elementi di forza per superare le avversità, definiti fattori di protezione che sono: l’essere primogenito, un buon temperamento, la sensibilità, l’autonomia, unita alla competenza sociale e comunicativa, l’autocontrollo, la consapevolezza e fiducia che ciò che ottengono è dovuto ai loro sforzi. A questi si aggiunge una risorsa molto importante: il comportamento seduttivo, che consente di essere benvoluti e di riconoscere e accettare gli aiuti che vengono offerti dall’esterno.
I fattori protettivi familiari comprendono l’elevata attenzione riservata al bambino nel primo anno di vita, la qualità delle relazioni tra genitori, il sostegno alla madre nell’accudire il bambino, la coerenza nelle regole, il supporto di figure di riferimento affettivo. Questi sono contrapposti ai fattori di rischio, ovvero fattori emozionali (abuso, bassa autostima, scarso controllo emozionale), interpersonali (rifiuto dei pari, isolamento, chiusura), familiari (bassa classe sociale, conflitti, scarso legame con i genitori, disturbi nella comunicazione), di sviluppo (ritardo mentale, disabilità nella lettura, deficit attentivi, incompetenza sociale)che invece diminuiscono la capacità di sopportare il dolore.
Chi è resiliente è una persona ottimista, che ama la vita, ha autostima, ha un supporto sociale, reagisce alle difficoltà e ha il coraggio di imbattersi in strade poco sterrate.
Anche chi crede di non essere resiliente può scoprirsi tale in momenti di difficoltà, perchè siamo fatti per resistere alle avversità e rialzarci sempre!
Fonte: CODICI:
Powered by WPeMatico