Se il consumatore utilizza ad esempio ebay o atri siti, troverà il modem al costo di 9,90 euro oppure 19,90, ma sicuramente non costerà fino a 200 euro, come quello proprietario.
Codici precisa, affinché tutti i consumatori siano pienamente informati, che il regolamento UE 2015/2120, il quale stabilisce misure riguardo un internet aperto, all’art. 3 indica come i gestori di telefonia fissa non possono obbligare gli utenti ad utilizzare il proprio modem.
Le aziende ovviamente “consigliano” l’acquisto del proprio modem, che il consumatore pagherà fino a 200€ in 4 anni e qualora receda dovrà saldarne il costo in un’unica soluzione che si sommerà a quello della penale, arrivando a circa 300€.
Non possono, però, obbligare nessun cliente all’acquisto, pertanto qualora vi venga detto che, utilizzando un altro modem che già precedentemente avevate pagato ad un altro gestore o acquistato su internet, non si assumono la responsabilità di un funzionamento corretto, è un escamotage per farvi acquistare quello proprietario.
A rimetterci, come sempre, è il consumatore finale che dovrebbe essere libero di optare per il prodotto che più preferisce in totale libertà e invece si ritrova a dover scegliere in maniera limitata e coercitiva.
Il regolamento succitato, a distanza di 2 anni non è stato ancora implementato, ed è fermo in Senato da maggio 2017.
Codici ha quindi deciso di chiedere al Presidente del Senato Grasso di calendarizzarlo al fine di applicare una tutela completa ed efficace attraverso legge, dato che a causa dei ritardi di recepimento da parte dell’Italia, il consumatore si ritrova con una tutela monca.
Pertanto, Codici ben disposta a negoziare inizialmente sempre nell’interesse dei consumatori e dei loro diritti, tutte le volte che le aziende non vorranno cogliere questa proposta nello spirito negoziale che ci contraddistingue, avvierà una class action – afferma Luigi Gabriele – Responsabile Affari Istituzionali.
Fonte: CODICI:
Powered by WPeMatico