In seguito ad una separazione conflittuale e anni di battaglie legali per riuscire a vedere il figlio e continuare ad esercitare il suo diritto di essere padre, il noto conduttore rischia ora una condanna per diffamazione ai danni dell’ex moglie.
Questo a causa di una serie di dichiarazioni che evidenziavano la profonda sofferenza vissuta in seguito all’allontamento dal figlio e gli sbilanciamenti della legge italiana sulla questione della bigenitorialità.
Le parole pronunciate da Tiberio Timperi, oggi oggetto di accusa, rappresentano una triste realtà per l’esercito di padri separati che quotidianamente subiscono le violenze di un sistema giudiziario totalmente sbilanciato a favore della madre, considerato genitore di serie A, ai danni del padre, costretto a vivere lontano dai suoi figli e dalla sua casa e a vivere le difficili conseguenze psicologiche, sociali ed economiche della separazione. La battaglia portata avanti dal conduttore è quindi quella di milioni di padri che vivono le stesse difficoltà e sofferenze.
Le decisioni dei magistrati non parrebbero quasi mai proiettate verso la tutela della bigenitorialità, ma gravano sempre e soltanto su una delle due parti, nella quasi totalità dei casi sul padre.
Analizzando i dati sui collocamenti dei minori in seguito alle separazioni emerge un totale sbilanciamento nei confronti delle donne, a danno dei padri.
Secondo i dati dell’Istat, in riferimento al periodo 2013-2014, i genitori single che vivono con i figli, in Italia, sono 2.439.252, di questi meno del 2% sono padri. Nonostante nella maggior parte dei casi il giudice decida per l’affidamento condiviso, di fatto, i figli restano quasi sempre a vivere con la madre ed è il padre, nel 94,1% dei casi a versare l’assegno di mantenimento.
Si crea in questo modo in maniera immotivata e del tutto spregiudicata da una parte un totale impoverimento, dall’altra un indebito arricchimento.
Emerge un chiaro sbilanciamento dei collegi verso la donna, il quale viene costantemente messo in pratica attraverso provvedimenti evidentemente sessisti.
Sosteniamo da tempo il diritto alla bi genitorialità e conosciamo purtroppo parecchi casi di sindrome di alienazione parentale, ovvero la condizione in cui il figlio dà vita ad una campagna di denigrazione non giustificata nei confronti dell’altro genitore.
L’utilizzo strumentale delle procedure di separazione, la lentezza dei procedimenti, l’eccessiva prudenza dei giudici e la mancanza di sanzioni verso comportamenti scorretti e infamanti di un genitore verso l’altro, vengono spesso utilizzati come strumenti per esercitare indebite pressioni verso il genitore più debole.
I magistrati finiscono per farsi forti con i deboli e deboli con i forti, alimentando una disuguaglianza che in un paese civile non dovrebbe esistere.
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