Consegne, Amazon: Lanciato il servizio Amazon Key negli States
Ebbene sì, Amazon sale in cattedra e cerca di risolvere l’irrisolvibile. A casa di Jeff Bezos non bastava il servizio di consegna Prime già attivo da diversi anni, bisogna ancora una volta superare l’impossibile e ci sono quasi riusciti: riuscire a consegnare i pacchi anche quando l’utente non è in casa. 

Amazon è davvero il più grande?

Nell’olimpo dei giganti sicuramente Amazon è un’azienda che può dire la sua; insieme a Facebook, Apple, Microsoft e Google ha generato utili per 75 miliardi di dollari nei primi 9 mesi del 2017, cifre in forte rialzo se paragonate agli anni precedenti. A corroborare questo dato ci sono anche le previsioni degli analisti di mercato per il 2018: il settore dell’e-commerce avrà margini di crescita del 19% (10% nel 2017), con un aumento considerevole anche degli e-shopper che si attestano sul +10% rispetto all’anno precedente. Numeri e cifre che lasciano ben sperare Amazon; non solo il “big” dell’ e-commerce si è  inserito nel settore del food con l’acquisizione di Whole Food Market, ma mostra prospettive di crescita interessanti anche nei servizi cloud e nelle sottoscrizioni al servizio Prime. Insomma “un’azienda che brilla in tutti i settori” come l’ha definita Milano Finanza, capace ormai di dettare le leggi di mercato sui mercati mondiali, generando non poche polemiche tra i commercianti, che adducono alla loro causa la concorrenza sleale del colosso americano.

Come migliorare un servizio già efficiente?

Nonostante lo strapotere in termini di liquidità (Amazon vale 600 miliardi di dollari), Jeff Bezos non si è voluto adagiare sugli allori: e si perchè non bastava vendere 750.000 prodotti in un solo giorno, bisogna anche migliorare il servizio di consegna. Da quando a Seattle hanno lanciato il servizio Prime gli introiti sono aumentati notevolmente, motivo che giustifica l’importanza di una consegna in tempi fulminei, perché la tempestività si sa è un tema centrale nel processo d’acquisto e questo Amazon lo sa bene. 

Ma facciamo un passo indietro. Originariamente gli utenti iscritti ad Amazon potevano usufruire di una consegna in tempi variabili (da 2 a 7 giorni) pagando un piccolo sovrapprezzo per avere la consegna in tempi brevi e nella fascia oraria desiderata. Poi è arrivato Prime, un servizio rivoluzionario che permette la consegna in 1-2 giorni lavorativi, previo pagamento di una fee annua per usufruire del servizio. Ma rimaneva il problema più grande: che fare se il consumatore non è in casa? Ad oggi i corrieri di Amazon possono consegnare il pacco presso un pick-up Point, una strada alternativa che da un lato ci risparmia la seccatura di fare la fila alla posta, ma dall’altro ci porta comunque ad uscire di casa.

Ecco allora che l’Amazon Key piomba come un fulmine al ciel sereno.

Cos’è l’Amazon Key?

Amazon Key è un servizio lanciato da poco negli Stati Uniti che permette al corriere di entrare in casa e consegnare il pacco quando il cliente non è in casa. Il sistema si basa su tre elementi chiave: una App, una serratura intelligente e una telecamera di sicurezza (Cloud Cam). Attraverso la App si procede con l’ordine e si monitora tutta la fase di consegna. Quando il corriere arriva davanti casa, scannerizza il codice della spedizione con lo smartphone e riceve una password temporanea che gli consente di aprire (una sola volta) la porta di ingresso attraverso la serratura intelligente. Allo stesso tempo la videocamera si attiva e riprende la scena della consegna, con l’utente che può guardala in diretta o rivederla in seguito.

Amazon Key sarà attivo  dal prossimo 8 novembre in 37 città degli Stati Uniti e ha un costo di 249 dollari (installazione inclusa). Dopo una prima fase di test potrebbe essere esteso ad alcuni Paesi europei

Comodità ma a quale prezzo?

E noi? Cederemo ancora una volta alle angherie dei grandi? La nostra privacy è sempre più a rischio (sempre che di privacy si possa parlare) soprattutto oggi che circa l’80% delle attività e delle persone si è spostato sulla rete. Adesso addirittura dei potenziali estranei potrebbero entrare in casa nostra e noi, incuranti dei problemi che ne potrebbero derivare, potremmo anche dire di sì. Possibile che non riusciamo più a discernere tra l’utilità di un servizio e la sua intrusività? 

 

Francesco Sanetti



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