Linea dura contro l’oligarchia delle aziende telefoniche.
Codici oramai un mese fa scrisse agli operatori delle TLC intimando loro di fare un passo indietro, chiedendo il ripristino del periodo di fatturazione ordinario e delle condizioni contrattuali previgenti, anche qualora un consumatore abbia chiesto il recesso contrattuale entro i termini.
Abbiamo chiesto di fare autonomamente un passo indietro, alla luce della trasparenza che il mercato deve avere e del comportamento che ci attendiamo da parte di player di mercato seri e trasparenti.
Codici, consapevole delle armi spuntate che l’Autorità di settore ha a disposizione per arginare il fenomeno, è in prima linea sull’introduzione di un provvedimento normativo in materia, atto a tutelare maggiormente il consumatore affinché venga preservato da queste azioni e dalla possibile emulazione di altri. Per questo ribadiamo il nostro supporto al Parlamento e confidiamo che il Governo non snaturi il lavoro fatto sino ad oggi dai deputati, prima fra tutti l’On. Alessia Morani.
Attualmente il testo che abbiamo elaborato è al Senato, questo impegno preso con diverse forze politiche verrà portato a casa.
Inutile il tentativo tardivo di Tim di ergersi a mediatore tra telco e Governo per convincerle a desistere, solamente ora che il Ministro Calenda si è reso conto della gravità della situazione a danno dei consumatori.
Codici tiene inoltre ad informare i consumatori sul fatto che: secondo il regolamento UE 2015/2120 che stabilisce misure riguardo un internet aperto, all’art. 3 viene chiaramente indicato come i gestori di telefonia fissa, non possano obbligare gli utenti ad utilizzare il proprio modem.
Le aziende ovviamente “consigliano” l’acquisto del proprio modem, che il consumatore pagherà fino a 200€ in 4 anni e qualora receda dovrà saldarne il costo che si sommerà a quello della penale, arrivando a circa 300€. Purtroppo a rimetterci, come sempre è il consumatore finale che dovrebbe poter scegliere in tutta libertà.
Il regolamento succitato, a distanza di 2 anni non è stato ancora implementato, ed è fermo in Senato da maggio 2017. Codici ha quindi deciso di chiedere al Presidente del Senato Grasso di calendarizzarlo al fine di applicare una tutela completa ed efficace attraverso legge, dato che a causa dei ritardi di recepimento da parte dell’Italia, il consumatore si ritrova con una tutela monca.
Pertanto, Codici ben disposta a negoziare inizialmente sempre nell’interesse dei consumatori e dei loro diritti, tutte le volte che le aziende non vorranno cogliere questa proposta nello spirito negoziale che ci contraddistingue, avvierà una class action – afferma Luigi Gabriele – Responsabile Affari Istituzionali.
Non è passato in secondo piano il ruolo di Confindustria in questa storia, in particolare dell’organizzazione di settore delle TLC. Insomma quando si tratta di fare cartello sempre pronta a reagire, quando invece si tratta di fare l’interesse dei consumatori, mai una parola!
Dott.ssa Carla Pillitu,
Ufficio Stampa CODICI
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