“Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada”, così recita un antico proverbio africano.
E sono proprio loro gli anziani, detentori di saggezza in qualsivoglia società, che oggi sono sempre più spesso protagonisti di vicende a dir poco abberranti. I tagli al welfare sembrano non fare sconti a nessuno, specialmente a ciò che più di tutti contribuisce al benessere del singolo: l’assistenza sociale. In questa fase così turbolenta della storia del nostro paese, diventa difficile garantire diritti e servizi sociali a tutti, specialmente agli «ultimi» gli anziani e i disabili, sempre più spesso messi nel dimenticatoio e sempre meno tutelati. I dati parlano chiaro: tra tutti i tagli previsti dal patto di stabilità, dopo il settore sanitario il settore più colpito è proprio quello delle politiche sociali, con sempre meno fondi destinati alla tutela dei disabili e degli anziani. In cifre, il patto tra stato e regioni ha polverizzato in poche settimane 683 milioni di euro, corroborando l’ipotesi di come ormai, le politiche sociali sono sempre più spesso subordinate a interessi economici. Che centra tutto questo con i maltrattamenti? Sicuramente i tagli alle politiche sociali portano gravi conseguenze all’assistenza sociale, come dimostra il vero e proprio proliferare di soprusi ai danni dei più deboli e degli indifesi come disabili e anziani. Soprusi che non possono e non devono passare inosservati, e che meriterebbero azioni di tutela e di prevenzione come hanno più volte avanzato numerose associazioni che si battono per i diritti degli anziani. Scandali che ormai sono all’ordine del giorno: è di pochi giorni fa il caso di un sacerdote di Predappio in Emilia Romagna, che per sopperire alla carenza di personale ha deciso di legare mani e piedi di alcuni poveri anziani, “espediente” che a detta sua sarebbe servito come forma di contenimento. Ma è possibile nel 2017, in uno stato che si palesa come stato del benessere, sperimentare delle situazioni simili? Non solo gli anziani sono sempre più in balia di loro stessi e sottoposti a trattamenti simili agli internati di qualche decennio fa, ma entrando in cerca di assistenza rischiano di uscire con problemi ben più gravi di quelle di partenza. Un problema quindi non più solo economico, ma un vero e proprio disagio sociale, un sintomo di uno stato sempre più asservito alle politiche economiche dei grandi, costretto a “snocciolare” euro dopo euro per rientrare nel bilancio annuo, senza più curarsi dei cittadini che ormai si sentono più soli che mai. E’ un brutto e terribile circolo vizioso, di una società che è scarna dei suoi valori più elementari, di una società sempre più egoista e individualista, che piuttosto che dar sostegno e supporto ai più deboli preferisce dargli addosso, perchè alla fine vuoi o non vuoi ce la prendiamo sempre con i più deboli. Ma se ora tale è la situazione in cui siamo, potranno mai esserci spiragli di cambiamento? A oggi esistono una pletora di franchising – fenomeno ormai in crescita esponenziale – e servizi assistenziali incentrati su badanti e su assistenza a domicilio. Da un po di anni è attivo sul territorio nazionale il franchising di Abc Sicura, un network nazionale nato per ovviare a questa crescente situazione di abbandono in cui vessano ormai millioni di anziani italiani; l’obiettivo è mettere il cliente al centro di un nuovo servizio, garantendo qualità ma soprattutto affidabilità, grazie all’attenta selezione messa in atto dal personale del franchising. Il franchising è a oggi disponibile e attivo soprattutto nel nord Italia, anche se da poco è presente anche a Roma e nell’interland. Sintomi questi, di una crescente insicurezza dei consumatori italiani, di figli e figlie sempre più diffidenti delle case di cura e dei servizi pubblici nazionali, motivo che li spinge a guardare altrove e a vagliare tutte le possibili soluzioni per far si che la voce degli anziani, il patrimonio di tutte le società, non rimanga in disparte o peggio ancora, soffocata.
Fonte: CODICI: Maltrattamenti sugli anziani: il dramma di uno stato sempre meno sociale
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