Bambino conteso Il Tribunale stabilisce che sia affidato al padre Codici: finalmente una sentenza che ribalta i discriminanti orientamenti della giustizia italiana
Il Tribunale di Trieste ha emesso una sentenza innovativa in materia di affidamento minorile.

Un bambino conteso tra due continenti e un’intricata vicenda legale conclusasi dopo sei anni nel modo più inaspettato possibile. Un braccio di ferro tra madre sudamericana e padre triestino ma anche tra autorità brasiliane ed italiane, affinché si decidesse in quale città questo bambino dovesse vivere.

Una sentenza eccezionale che decreta l’affidamento del bambino al padre.

Ma c’è una cosa ancora più sorprendente: per la prima volta, a deciderlo è stato il bambino. Per la prima volta è l’interesse del bambino a farla da padrone. Nonostante in Italia la legge preveda che quest’ultimo venga sentito soltanto dopo aver compiuto 12 anni, è estremamente raro che si dia peso alle parole dei figli durante una separazione.Altrettanto raro è che siano loro a poter decidere della propria vita, ma questo caso evidenzia la capacità che un bambino ha, a prescindere dalla propria età, di razionalizzare le conseguenze delle sue scelte. Di affermare il suo fondamentale interesse, di stabilire quale decisione sia realmente indispensabile per il proprio benessere.

I giudici, infatti, hanno preso questa decisione dopo le più accurate verifiche e la perizia redatta da uno psicologo.

Durante il colloquio con il bambino ovviamente non si è chiesto di esprimere una preferenza tra la madre e il padre, ma è emerso chiaramente che il bambino considerasse come sua unica dimora quella della casa di Trieste e come unici affetti quelli in questa città, mentre non c’è stata nessuna menzione del Sudamerica.
In più, è emerso un legame profondo tra padre e figlio che non poteva essere messo a rischio da una distanza geografica così grande, soprattutto in seguito ad eventi precedenti che avevano visto la donna partire per una “vacanza” in Sudamerica con il bambino e non tornare più in Italia.

Le segnalazioni che quotidianamente raccogliamo raccontano storie di disperazione e difficoltà, di padri costretti a vivere lontano dai propri figli, senza più una casa, senza più un lavoro, senza più una famiglia.
Storie che evidenziano sempre quanto la giustizia italiana sia totalmente sbilanciata a favore della figura materna e quanto poco si consideri quello che realmente conta, il bene del bambino.

Per la prima volta i giudici hanno dimostrato una capacità di indagine, approfondimento, imparzialità e sensibilità che supera l’orientamento della giurisdizione italiana, che, in merito all’affido dei figli, predilige palesemente le madri a discapito dei padri.
Codici plaude alla decisione presa dal Tribunale di Trieste e si augura che tale sentenza possa essere un apripista per un totale capovolgimento di orientamenti discriminatari e, finalmente, dell’affermazione del diritto alla bigenitorialità.



Fonte: CODICI: Bambino conteso Il Tribunale stabilisce che sia affidato al padre Codici: finalmente una sentenza che ribalta i discriminanti orientamenti della giustizia italiana

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