Ancora un caso in cui la povertà ha portato all’allontanamento di una bambina dal nucleo familiare
Ancora un caso in cui la povertà ha portato all’allontanamento di una bambina dal nucleo familiare determinando come reazione un gesto sconsiderato da parte di un uomo, che non sopportando l’allontanamento della compagna e della sua bambina, di cui si prendeva cura e che voleva adottare, ha dato fuoco alle macchine degli assistenti sociali.
La colpa della donna, ex prostituta, quella di avere abbandonato il percorso di recupero e di uscita dalla prostituzione, gestito nell’ambito del progetto ‘Oltre la strada’.
Questo ha determinato un intervento dei servizi sociali, che come modus operandi ormai ben oleato, non hanno minimamente pensato di capire perché la donna non volesse più seguire il percorso di recupero, e quindi sostenerla e farle capire la posta in gioco, ma hanno allontanato lei e la bimba dal compagno.
Aveva appena iniziato una nuova vita la donna in questione, che per indigenza faceva la prostituta. Ricordiamo che in Italia per la legge 149/2001 non si possono allontanare i figli dal nucleo familiare per problemi economici o abitativi, e nel caso di specie madre e figlia stavano a casa del compagno della donna.
Quest’ultimo, un uomo che senza alcun pregiudizio di sorta ha deciso di prendersi cura di madre e figlia e dare loro una vita dignitosa, ha perso la testa assumendo un atteggiamento ovviamente riprovevole, ma mosso dalla disperazione e dall’insensato intervento degli assistenti sociali.
Inoltre la prostituzione in Italia non è reato, perciò perché questa madre è stata punita in questo modo?
Risultato: potestà genitoriale sospesa, madre e figlia finite in chissà quale struttura contro la loro volontà, un uomo arrestato.
Ci chiediamo con quale parte del cervello ragionino gli assistenti sociali, e perché la loro soluzione è sempre quella esclusiva di separare, dividere, distruggere un nucleo così fragile come quello familiare, invece di sostenere le famiglie in difficoltà o che tentano di ricomporre i pezzi, proponendo loro dei percorsi o offrendo del sostegno economico.
L’allontanamento è una misura di emergenza e come tale va attuata in un contesto di imminente pericolo o violenza o abuso per il minore, invece continua ad essere lo strumento esclusivo di risolvere una criticità.
Pressappochisti e superficiali con i loro interventi continuano a fare danni, certamente allontanare e “parcheggiare” madre e figlia in una struttura è più semplice che sedersi di fronte a questa donna e cercare di capire, ascoltare le ragioni dell’abbandono del suo percorso e sostenerla.
L’ascolto richiede tempo e dedizione, requisiti che mancano totalmente agli assistenti sociali.
Dott.ssa Carla Pillitu,
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