Banche venete  Codici: L’ennesimo disastro evitabile che ipotecherà il futuro dell’Italia

Dopo aver distrutto le quattro banche del centro Italia si ripete l’operazione alla stessa maniera per quelle venete

La solfa è precisamente la stessa: separazione delle sofferenze da mettere in una banca ad hoc (bad bank), azzeramento dei risparmi degli azionisti ed obbligazionisti subordinati, creazione di una banca che continui la ordinaria amministrazione, regalo di questa porzione “sana” (cioè lucrosa) delle vecchie banche agli amici.
Il fatto che i vecchi azionisti vengano derubati delle sofferenze, per quanto falcidiate di valore, si tratta di miliardi, non viene sostenuto da nessuno.
Il fatto che questi crediti deteriorati possano produrre incassi anche molto cospicui, come accaduto nell’unico caso di cui si dispone, che è quello del Banco di Napoli, viene taciuto dolosamente. Il fatto che qualcuno abbia messo gli occhi e le mani su questi crediti deteriorati e li scippi alla luce del sole non viene denunciato, non solo in Parlamento ma neanche sui giornali e il governo lo favorisce esplicitamente.
Il management attuale e precedente è responsabile del dissesto ma non produce nessun ristoro per i danneggiati, senza considerare i migliaia di dipendenti che perderanno il loro posto di lavoro venendo scaricati sulle spalle della previdenza mentre gli altri si arrangeranno come possono.
Di fronte a tanto stupro di diritto gli avvocati che cosa fanno? E i risparmiatori cosa attendono?
Il loro silenzio e la loro accondiscendenza favorisce il libero dispiegarsi delle forze malsane che influenzano il mondo del credito e della finanza.
Uno sconquasso che calpesta il diritto, l’economia, il mercato, ipotecando il futuro di tutta l’Italia. Quando mai si riprenderà il mercato delle azioni bancarie? E quello delle obbligazioni? E fra un anno, come già accaduto per le quattro banche del centro Italia, quando questo stato di sfiducia produrrà dissesti anche nella banca “acquirente” cosa si farà?
Inoltre, non si deve sottacere che questa esperienza di dispregio profondo delle regole minime del diritto getta una luce sinistra su tutto il settore. I risparmiatori non si fidano più del legislatore, della vigilanza e dello stesso mercato e quindi vogliono vendere le loro azioni anche se di aziende solide.
Per soddisfare gli appetiti smodati di qualche amico si sta demolendo il rapporto fiduciario tra cittadini e sistema creditizio che non si ricostruirà più, a meno di rimuovere i mammasantissima del sistema bancario italiano per far posto a gente più sana e rispettosa degli interessi anche dei piccoli risparmiatori.

Dott.ssa Carla Pillitu,
Ufficio Stampa CODICI
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