Il Servizio idrico integrato è un servizio regolato normativamente e legato alla gestione amministrativa dell’acqua. Gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) sottoscrivono una convenzione di gestione per il servizio idrico, questi ambiti sono individuati dalle Regioni con appositi ambiti regionali.
Nel caso del Comune di Civitavecchia, quest’ultimo come da Convenzione di Gestione sottoscritta nel 2002 con l’Ambito Territoriale Ottimale di Roma – Lazio Centrale, avrebbe dovuto cedere la gestione delle reti idriche ad Acea ATO 2 spa, Gestore del Servizio Idrico Integrato.
Tuttavia il Comune di Civitavecchia non solo non ha ceduto le reti, ma dal 2011 ha adottato una politica di gestione in parte interna (gestione diretta di parte del servizio) in parte affidandola alla società (a totale capitale pubblico) Holding Civitavecchia Servizi S.r.l.
Fin dal 2011 L’Associazione Codici ha avviato svariate iniziative nei confronti del Comune, tra cui azioni giudiziali concluse con esito favorevole, con l’obiettivo di concretizzare il dettato normativo ai fini di una maggior razionalizzazione ed efficientamento del servizio e della risorsa “acqua”, con benefici sia in termini di qualità del servizio che di bolletta, dovendo la gestione comportare l’applicazione della c.d. tariffa unica per tutto l’Ato, motivo per cui i singoli Comuni, tra cui Civitavecchia, non avrebbero più potuto gestire autonomamente il servizio.
Il Tar Lazio prima e il Consiglio di Stato, poi, con sentenze divenute definitive, in accoglimento dei ricorsi promossi dall’Associazione CODICI, hanno accertato l’obbligo per il Comune di Civitavecchia di consegnare le reti al Gestore del Servizio Idrico, sancendo, peraltro, un obbligo per la Regione Lazio di esercitare poteri sostitutivi in caso di inerzia del Comune stesso.
Malgrado il dettato normativo e le sentenze definitive, le reti idriche non sono mai state consegnate al Gestore del Servizio Idrico.
Oggi assistiamo all’ennesimo colpo di scena. Infatti nel 2016 il Comune di Civitavecchia ha deciso di mettere in liquidazione la Società municipalizzata HCS per debiti. Con una procedura di concordato preventivo , incardinata presso il Tribunale Civile di Civitavecchia – Sezione Fallimentare – si avvia lo spacchettamento della municipalizzata HCS, con la vendita del ramo di azienda. Tuttavia nella vendita è inserita anche la cessione del Servizio Idrico, che anzichè venir assegnato al Gestore competente – come richiesto dalla normativa del Testo Unico Ambientale e come statuito in via definitiva dal Tar per il Lazio e dal Consiglio di Stato – finirà come prevedibile, nelle mani dell’ennesima società municipalizzata – la Civitavecchia Servizi Pubblici Srl (creata appositamente per l’occasione), con un doppio danno per i cittadini di Civitavecchia.
La mancata attuazione della normativa, infatti, ha comportato l’impossibilità per HCS di mettere a regime il sistema del Servizio Idrico, accumulando grosse perdite, impedendo investimenti, a discapito del servizio, della qualità dell’acqua e dei costi.
Dall’altra, l’ennesima municipalizzata Civitavecchia Servizi Pubblici, dovrà farsi carico dei debiti di HCS creandone poi a sua volta a causa del mancato rispetto della Convenzione di Gestione e della mancata attuazione del Piano D’ambito (ossia il Piano di investimenti che il Gestore del Servizio Idrico deve calendarizzare e presentare).
Il servizio idrico di Civitavecchia è fatiscente con perdite di rete, deficienze in termini di qualità dell’acqua ed un tasso di morosità dei cittadini che arriva al 30%. Non è costituendo una nuova società che si risolverà il problema.
L’Associazione CODICI pertanto ha deciso nuovamente di intervenire con azioni legali, dispiengando un atto di intervento nella procedura di Concordato Preventivo, al fine di chiedere al Giudice Delegato e al Tribunale di Civitavecchia di rivedere la proposta di cessione del ramo di azienda di HCS e scorporare dalla vendita il Servizio Idrico.
CODICI si rivolge inoltre alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Civile di Civitavecchia, con la presentazione di un esposto, per far perseguire eventuali responsabili per quella che ritiene essere una gravissima omissione di atti di ufficio e omesso adempimento di una sentenza di un Giudice della Repubblica Italiana.