Nel 2016 verrà introdotta la local tax.
Arriverà per posta e già precompilata e sostituirà Imu, Tasi, addizionali Irpef oltre che le tasse sull’occupazione di suolo pubblico e sui passi carrai e quelle sulle affissioni pubblicitarie.
Resterà in vita solo la Tari (la tassa sui rifiuti).
La nuova Tassa verrà gestita interamente dai Comuni che potranno decidere secondo le loro esigenze contabili le aliquote mentre lo Stato centrale deciderà l’aliquotà massima e quella minima. All’interno di questa forbice i comuni applicheranno quella che vorranno.
L’introduzione della local tax significa una semplificazione degli oneri a carico del contribuente che, oggettivamente, non riusciva più a districarsi nella giungla delle tasse che erano venute a stratificarsi nel tempo.
Aliquote a parte, la local tax sarà più semplice da pagare e non costringerà i cittadini a dover ricorrere obbligatoriamente al commercialista o al Caf.
La vera novità, però, consiste nel fatto che dal 2016 la tassa sulla prima casa non si pagherà più.
C’è però un altro elemento da prendere in considerazione. La local tax dovrebbe, infatti, decollare solo dopo aver completato la riforma del catasto.
Cosa Significa? Chi è proprietario di una o più case, attualmente paga le relative tasse in base alle ‘rendite catastali’, quei parametri che troviamo sull’atto di compra-vendita dell’immobile rispetto al vecchio catasto.
Con l’avvio del nuovo catasto molte cose cambieranno. In un arco di tempo di 4 anni verranno ridefinite tutte le aliquote.
Per cui chi aveva una casa nel centro storico di Roma con rendite catastali da quartiere degradato, potrà dire addio a questo privilegio. Generalizzando potremmo dire che con il nuovo catasto tutti i proprietari di case pagheranno senz’altro di più.
Il nuovo catasto manderà in soffitta le categorie A/2, A/3 e A/4 per gli appartamenti e per tutti gli immobili strutturalmente simili, come le abitazioni situate in edifici che abbiano almeno due piani fuori terra, accessi e scale in comune, che saranno inseriti nella nuova categoria catastale O/1 che rappresenta una delle novità del nuovo catasto.
Le nuove rendite allineate ai valori di mercato sono destinate a crescere in alcune città fino a dieci volte rispetto ai valori attuali. Tra tutte le riforme, quella delle rendite catastali è quella che nasconde il maggior numero di insidie, non fosse altro perché le tasse sugli immobili dipendono proprio dalle valutazioni catastali.
Sarà però anche la riforma che introdurrà un sistema più equo per la definizione del valore delle abitazioni. Con il nuovo catasto cambia radicalmente il principio per il calcolo delle rendite catastali: dai vani, l’unità di misura per la misurazione del valore immobiliare, si passa al metro quadrato.