Piccoli segnali di ripresa dal mercato dei mutui. Le richieste tornano finalmente a salire dopo un periodo di profonda austerità. Il miglioramento delle condizioni proposte dalle banche e il progressivo calo dei prezzi del mercato immobiliare hanno infatti spinto molti italiani a rivalutare la possibilità di acquistare casa. Il momento sembra essere ancora favorevole anche per i giovani, compresi quelli che hanno recentemente ritrovato un lavoro grazie all’introduzione della riforma del lavoro. Infatti grazie al Jobs Act acquistare casa non sarà più sogno e anche il contratto a tutele crescenti potrà essere valutato positivamente dalle banche.
Mutui: la ripresa arriva dopo sette anni
La conferma della ripresa arriva dal rapporto del mercato immobiliare residenziale 2015 dell’Agenzie delle Entrate elaborato in collaborazione con l’Abi, l’Associazione bancaria italiana. Secondo i dati emersi dallo studio le compravendite sarebbero aumentate del 3.5% rispetto allo scorso anno, toccando valori vicini alle 420 mila unità. Dei valori incoraggianti che tuttavia restano al di sotto di quelli registrati alla fine degli anni ’80. Il rapporto conferma inoltre anche la discesa dei prezzi del mercato immobiliare, con valori medi più bassi rispetto a quelli registrati nel 2014.
Le compravendite di abitazioni registrate in Italia sono state 421.336, un vero record per il comparto residenziale che torna a respirare dopo tre anni consecutive di forti perdite. Tra i mercati più reattivi rientrano quelli del Nord e del Centro Italia. In modo particolare nell’area del centro si registra un rialzo del 6,5%. Per l’area del nord-est, che rappresenta il 19% degli scambi complessivi, l’incremento è del 5% mentre l’area del nord-ovest, dove si verifica il maggior numero di transazioni, circa 32,7%, con una crescita del 3,4%. Decisamente più contenuti i tassi registrati nel Sud e nelle isole, dove i valori non superano l’1%.
Il mercato reagisce ma con prudenza
La ripresa del mercato dei mutui mette in luce anche un altro aspetto, ovvero l’atteggiamento prudente adottato da molti italiani. Sembra infatti che la maggior parte delle richieste sia orientata verso soluzioni “poco impegnative”, ovvero dagli importi contenuti e dalla durata temporale limitata. Una tendenza che conferma lo stato di generale incertezza condiviso da molti risparmiatori che temono soprattutto di non riuscire a rispettare le scadenze previste dai piani di rientro concordati con le banche. In questo caso meglio non rischiare facendo il passo più lungo della gamba.