Dopo lo scandalo dell’Emilia Romagna, un altro caso di discrezionalità ad opera di assistenti sociali senza scrupoli che abusano del loro potere per sottrarre minori alle famiglie.

Questa è la denuncia che l’Associazione Codici ha ricevuto da parte di una mamma, che ha deciso di raccontare la sua storia nella speranza di arrivare ad un liete fine, scegliendo di mantenere l’anonimato per tutelare il bambino e se stessa.

“Il giorno 7 giugno – racconta la mamma – gli assistenti sociali di un Comune del Lazio hanno prelevato in maniera coatta e ingiustificatamente un bambino di 3 anni dall’asilo per portarlo in ambiente protetto. Tra i genitori è in corso una giudiziale con episodi conflittuali comuni a quel tipo di separazione, a cui comunque il bambino è estraneo perché curato, amatissimo e felice. Dopo un unico incontro di un’ora con gli assistenti sociali, dove peraltro annunciavo il desiderio del riavvicinamento geografico al padre con un imminente trasferimento in Roma dove lui lavora, risiede e vive e dove pure io risiedo, lavoro e ho vissuto dal 1999 al 2018, con sicuro giovamento per il bambino, suddetti assistenti sociali hanno provveduto alla ricollocazione del piccolo in casa famiglia. Per dieci giorni non abbiamo capito il perché del prelievo, mentre il bambino ha continuato a chiedere disperato di tornare a casa, spaventato, traumatizzato e disorientato, letteralmente strappato alla famiglia in tenerissima età. La relazione dell’assistente sociale, che in un’ora ha deciso del destino del bambino e della sua famiglia argomentava l’intervento 403 (provvedimento d’emergenza e su unica iniziativa dell’assistente sociale che lo richiede), con falsità, valutazioni sommarie e manipolazioni senza contraddittorio, che comunque non hanno alcuna attinenza con quanto previsto da suddetto articolo, che dovrebbe essere attuato solo in estrema ratio e cioè in caso di prostituzione, abuso fisico e morale, uso di stupefacenti e atti pornografici davanti a minore in flagranza di reato. Può essere una madre dichiarata genitore incapace per la reazione a un’aggressione dell’ex marito? E possono entrambi i genitori essere puniti con la sottrazione immediata e non motivata del figlio? In aggiunta il bambino, cagionevole di salute, allergico e soggetto a convulsioni febbrili veniva prelevato senza che fosse richiesta scheda medica e informazioni sul suo stato di salute, informazioni che ho potuto fornire soltanto il 12 giugno. Pediatra, maestre e vicini, scioccati dall’accaduto, si sono adoperati per sottoscrivere relazioni che certificano le capacità genitoriali e le ottime condizioni psico fisiche del bambino. Intanto però il Tribunale dei Minori di Roma, senza accertarsi della veridicità del rapporto dell’assistente sociale, ha confermato l’affidamento ai servizi sociali di suddetta città, nonostante la residenza di entrambi i genitori sia in Roma, con una data fissata al 30 settembre, periodo nel quale i genitori, se non ci fossero cambiamenti, potranno vedere il figlio di soli 3 anni e due mesi una sola ora a settimana, operazione conosciuta anche con il nome inquietante di ‘resettaggio’. Questo con incalcolabili conseguenze per il benessere morale e psichico del bambino, e in attesa di ulteriori provvedimenti”.

Sulla pagina Facebook Maison Antigone è stata anche lanciata una petizione per aiutare la mamma ed il suo bambino: clicca qui.

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