“Il Ddl Pillon – ha dichiarato il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli durante il suo intervento nella sala consiliare del Palazzo della Provincia di Frosinone – risolve una serie di conflitti che ruotano intorno all’affido dei figli. Situazioni drammatiche, che a volte sfociano in casi di violenza sulle donne che noi condanniamo fermamente, perché la violenza deve essere punita. Al tempo stesso, però, riteniamo doverosa un’analisi corretta di tutta la situazione che si innesca dopo un divorzio o una separazione. Faccio riferimento ai padri, che spesso precipitano in una depressione che purtroppo a volte porta a gesti estremi”.
Ogni anno 200 padri separati si tolgono la vita. Un dato tanto allarmante quanto poco tenuto in considerazione.
“Nessuno ne parla – ha sottolineato il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – non fa notizia e questo non è giusto. Serve più obiettività quando si affronta un tema delicato come la separazione o l’affido, non si possono rincorrere sempre gli slogan, come fanno i centri antiviolenza, che si basano su una difesa ideologica ed ingiustificata. Per non parlare poi delle associazioni che ad esempio gestiscono le case famiglia, animate da un veterocomunismo femminista che ancora cova sotto la cenere. Criticano tanto il Ddl Pillon, parlano di ingiustizia e discriminazione, ma poi mischiano le carte, confondono le acque. Non si sa con esattezza quanti casi trattano queste strutture, quante donne vengono realmente assistite e quante invece chiedono soltanto delle informazioni”.
Una contestazione a prescindere che non fa altro che spostare l’attenzione dal vero problema, il riconoscimento di pari diritti alla madre ed al padre nei casi di separazione, per il bene dei figli.
“Il problema della separazione e dell’affido non è un’esclusiva delle madri, ma riguarda anche i padri – ha concluso il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – ed il Ddl Pillon prevede delle novità che finalmente introducono la bigenitorialità”.
Fonte: CODICI: Codici: Ddl Pillon criticato perché toglie potere alle associazioni
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