Affido Condiviso: per CODICI il Tribunale di Roma è il peggiore d'Italia

Il tema dell’affido condiviso in Italia è una questione di primaria importanza che è ancora lontana dall’essere risolta.

Si tratta di ristabilire un equilibrio nel rapporto tra genitori e figli, in una fase estremamente delicata, in cui non deve venire a mancare la costanza della frequentazione, né con il padre, né con la madre. Alcune Regioni italiane hanno iniziato ad adottare il Registro della bigenitorialità, uno strumento che permette di annotare formalmente le decisioni riguardanti la famiglia, come la residenza o il domicilio del genitore non “collocatario”.

Da un dossier di CODICI, che analizza le sentenze dei Tribunali italiani e pone a confronto i casi di separazione, emerge che, anche quando l’affido dei figli è condiviso, la loro “collocazione” va essenzialmente alla madre. Il trend è simile in tutta Italia e, nel caso del Tribunale di Roma, la percentuale sale addirittura al 97,2%. Da questo dato emerge una situazione completamente a favore della figura materna, la quale ottiene la residenza legale del figlio, con la conseguenza che le istituzioni comunicano unicamente con un genitore per tutto quello che riguarda i figli, la salute e la scuola. Il registro della bigenitorialità permette ad entrambi di avere le medesime informazioni.

La lentezza burocratica, talvolta, allontana ancora di più i figli dal genitore con collocatario, rappresentato nella stragrande maggioranza dei casi dal padre.

La problematica emerge anche dalla testimonianza di numerosi padri che si rivolgono alla nostra Associazione in quanto non riescono a recuperare una dimensione familiare e un rapporto equilibrato con i figli dopo la separazione.

Tra le tante storie che giungono all’attenzione di CODICI, c’è quella di Mario, un padre separato di Roma, la cui figlia vive ​presso ​la mamma fuori città. L’uomo ha raccontato che durante questi cinque anni di incontri in Tribunale, ha dovuto attendere, ad esempio, da Luglio ad Ottobre scorso per riuscire a rivedere la bambina, a causa della lentezza degli Assistenti Sociali, i quali rimandano periodicamente i colloqui. Un’assenza, quella della figura paterna, che nei primi anni di vita di un bambino può rappresentare una grave mancanza nella crescita e nello sviluppo del minore.

“Dietro questi numeri ci sono realtà complesse – afferma il Segretario Nazionale di CODICI Ivano Giacomelli – famiglie e genitori che soffrono della mancanza di non poter ristabilire una normalità nel rapporto con i figli. La situazione dei padri separati in difficoltà è sempre più allarmante e il Tribunale di Roma rappresenta la punta dell’iceberg in questa tendenza ad affidare i figli essenzialmente alla madre, tenendo di fatto fuori il padre dalla vita familiare del figlio”- conclude Giacomelli.



Fonte: CODICI:

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