Il prezzo “verde” dell’energia

Energia rinnovabile: i dettagli che fanno la differenza

Siamo tutti sensibili all’ambiente e, quando ci propongono un contratto di “energia verde” o un “prezzo verde”, accettiamo senza sapere quanto ci costerà.

Magari senza sapere che già incentiviamo l’energia prodotta da fonti rinnovabili, che i produttori incassano ogni anno dodici miliardi di euro e che i soldi fluiscono in automatico, attraverso la voce A3 degli oneri di sistema delle nostre attuali bollette.

E’ una tassa di 6/7/8 centesimi per kWh e, se ne consumiamo 2.500 all’anno, facciamo già la nostra parte per salvaguardare il pianeta e per mantenere sontuosamente i produttori.

Ma qualcuno va oltre e approfitta della nostra coscienza ambientalista: propone di fornirci la stessa energia, che abbiamo appena incentivato, a un prezzo “verde”.

Se accetteremo la pagheremo due volte, una volta al produttore, con gli incentivi , e l’altra al fornitore, con il prezzo maggiorato.

Ma non è finita, contrattualmente il fornitore ” s’impegna all’annullamento a favore dell’utente di appositi certificati previsto dalla normativa vigente, i quali garantiscono che l’energia fornita è stata effettivamente prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili”.

L’annullamento dei certificati, ammesso ma non concesso che certifichino il vero, permetteranno al produttore – se fa parte dello stesso gruppo societario del fornitore – di produrre la quantità equivalente di energia da fonte fossile, e quindi il contrario di quanto il consumatore si aspettava pagando di più.

I certificati, che sono basati solamente sul fatto che abbiamo firmato un contratto biennale, potranno essere negoziati ad libitum.

Mettetene insieme milioni, fatevi quattro conti e vedrete com’è facile fare soldi raccontando balle.



Fonte: CODICI: Il prezzo “verde” dell’energia

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