Trenord. Nuove testimonianze sul deragliamento. CODICI: la class action continua
Numerosi sono gli aderenti alla Class Action contro Trenord promossa dall’Associazione CODICI Lombardia, e insieme ai mandati arrivano anche numerose testimonianze
 Testimonianze partcolarmente importanti, di chi quel grave incidente l’ha visto con i propri occhi e vissuto sulla propria pelle.

Due carrozze del treno 10452 avevano le luci spente ed erano chiuse all’accesso dei viaggiatori; anche la carrozza numero tre aveva le porte danneggiate e inutilizzabili. Il controllore le ha forzatamente tenute aperte per farci salire e al momento dell’incidente stava proprio apponendo il cartello di porte guaste”, dichiara un passeggero rimasto coinvolto nel deragliamento, mentre un altro riferisce: Nella mia carrozza è stato tirato il freno di emergenza, ma il treno ha continuato la corsa,non ha rallentato.

A seguito dell’evolversi della situazione CODICI ha ritenuto opportuno, anche a maggior tutela dei danni fisici subiti dai pendolari, di chiedere la costituzione di parte offesa nel processo penale che si terrà contro i responsabili dell’accaduto. A tal fine ha messo a disposizione un modulo con cui verrà nominato un avvocato di fiducia dell’Associazione per rappresentare tutte le vittime nel processo. Mentre per la Class Action si tratterà di un rimborso uguale per ognuno, con l’Azione Legale il risarcimento sarà quantificato in base ai danni psicofisici subiti. Davide Zanon, Segretario Regionale di CODICI Lombardia ricorda che:Entrambe le azioni sono a titolo gratuito e non comportano la deposizione degli aderenti al momento del processo. I diritti di ciascun pendolare saranno difesi dai nostri avvocati, senza far rivivere quei drammatici momenti a nessuna delle vittime”.

Per tutti coloro che desiderano maggiori informazioni e assistenza per aderire alle due Azioni CODICI Lombardia è reperibile via telefono alo 02. 3650 3438 e via mail sportello.lombardia@codici.org



Fonte: CODICI: Trenord. Nuove testimonianze sul deragliamento. CODICI: la class action continua

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