Troppi interessi sulle Fonti del Peschiera che forniscono l’acqua a Roma
CODICI chiede l’intervento delle Autorità preposte di far luce sui torbidi rapporti che stanno caratterizzando questa vicenda.
Questo dopo il colpo di scena del Comune di Cittaducale, il quale ammette che i terreni venduti ad Acea S.p.A sono del demanio pubblico e quindi non poteva venderli,

La vicenda iniziava quando, con una delibera del 31 marzo 2003, il Consiglio Comunale di Cittaducale (provincia di Rieti) approvava la convenzione tra il Comune di Cittaducale e l’Acea S.p.a, con la quale si disponeva l’ampliamento dell’area di protezione delle sorgenti del Peschiera. L’operazione, già dubbia di per sé, si caricava di dettagli non trascurabili nel momento in cui si considera la composizione societaria di Acea, il bacino di utenza del Peschiera e la natura giuridica dei territori concessi.

Vendere le sorgenti da cui viene prelevato il bene necessario e non rinunciabile di Roma equivale a privatizzare l’acqua permettendo ai proprietari uno sfruttamento.

Contro questa vendita CODICI si è scagliato con forza e nonostante le numerose resistenze e i colpevoli ritardi della Magistratura, che per ben due volte ha sospeso il giudizio di annullamento della vendita, al processo parallelo di fronte al Commissario degli usi civici, per accertare la demanialità sui terreni ove insistono le fonti del Peschiera e del Le Capore, ebbene c’è stato un colpo di scena.

Il Comune di Cittaducale, che ha venduto i terreni ad Acea, infatti, dopo anni di ferma posizione circa la natura di patrimonio disponibile dei terreni su cui insistono le fonti del Peschiera/Le Capore, affermando che la vendita era corretta, ha depositato una memoria con la quale precisa che i terreni rientrano nel demanio pubblico, con la conseguenza che non potevano essere venduti.

Codici lo afferma da ben 10 anni e siamo sempre rimasti stupiti del fatto che magistratura e istituzioni rimasero in silenzio.

Naturalmente dietro l’affare vi sono grandi interessi economici che non riguardano solo i diritti di concessione, che comunque garantirebbero al Comune di Rieti circa 80 milioni di euro pagati da Acea o forse, come si vocifera esiste un accordo su 36 milioni. Questi sono ancora interessi pubblici, quello che inquieta è una percepita opacità che fa pensare che dietro la vendita dei terreni si innesti una partita molto più importante, e CODICI teme che tali interessi possano essere illeciti e pervasivi a danno dell’interesse pubblico .

CODICI rammenta che nell’inchiesta dei pm di Napoli sulle presunte estorsioni ai danni di Berlusconi sono spuntate alcune telefonate di Valter Lavitola in cui parlava con Roberto Guercio, esperto di sistemi idraulici, e gli spiega come le multiutilities possano continuare a fare profitti e quali siano i rapporti tra Acea e Regione Lazio. Spiega Guercio, riferendo il contenuto di un incontro con Caltagirone – “dalla remunerazione del capitale, il capitale non si paga un cazzo, ma trasformiamo l’attuale concessione di gestione in una concessione di gestione e costruzione…

CODICI presenta una segnalazione all’Autorità Anticorruzione chiedendo massima vigilanza e alla procura di indagare sul coacervo di rapporti ed interessi su questa vicenda.



Fonte: CODICI: Troppi interessi sulle Fonti del Peschiera che forniscono l’acqua a Roma

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