Partecipare è facile: una volta trovato un rifiuto, basta fare una foto e inviarla tramite l’applicazione WhatsApp al numero di Greenpeace +393423711267. Nello scatto deve essere ben riconoscibile il tipo di rifiuto e, se possibile, anche il marchio dell’azienda produttrice se è un oggetto. È importante, inoltre, segnalare le coordinate geografiche del luogo dove è stato individuato il rifiuto.
“Il servizio Plastic Radar – si legge sul sito di Greenpeace – è gestito da una chatbot che, successivamente all’invio, porrà delle domande per reperire informazioni e dunque validare la segnalazione. I dati saranno poi resi disponibili in forma aggregata, nell’arco di 24-48 ore, sul sito www.plasticradar.greenpeace.it, attraverso il quale sarà possibile scoprire anche quali sono le più comuni categorie di prodotti e imballaggi che inquinano mari, spiagge, fiumi e laghi, a quali tipologie merceologiche appartengono e quali sono le aziende che, più delle altre, ricorrono abitualmente alla plastica usa e getta.
Lo scorso anno l’iniziativa ha registrato oltre 6.800 segnalazioni, riguardanti soprattutto prodotti di plastica monouso, a partire dalle bottiglie di plastica.
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