Dopo il prevedibile blocco della navigazione dagli Usa verso Cuba, disposto nei giorni scorsi dall’amministrazione Trump, le compagnie di crociera operanti nei Caraibi sono state costrette a modificare i propri itinerari di viaggio ed a rinunciare allo scalo a L’Avana.

Nelle ultime 48 ore sono state numerose le richieste di consulenza e assistenza pervenute all‘Associazione Codici, tramite l’apposito sportello whatsapp 338.4804415, da parte di crocieristi pugliesi e di ogni altra parte d’Italia che avevano optato per tale pacchetto turistico proprio per i due giorni di scalo a Cuba e che, ad oggi, non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale né da parte di Msc né dalle proprie agenzie di viaggio.

Alcune richieste di assistenza sono giunte da famiglie ancora a bordo della Msc Armonia, che sognavano di visitare Cuba e sono state costrette ad un itinerario ben meno appetibile e di scarso interesse turistico, considerato che le due giornate nell’isola caraibica sono state sostituite con una giornata di navigazione e una tappa di ripiego a Key West, località a poche miglia da Miami, già porto di partenza e arrivo della crociera.

Significativo è il racconto di una turista a bordo della Msc Armonia: “Siamo una famiglia monoreddito, di quattro persone, con due bimbe in tenera età. Negli ultimi tre anni, con tanti sacrifici, avevamo messo da parte i soldi per questa vacanza di 15 giorni, che avrebbe dovuto essere indimenticabile, anche per la celebrazione simbolica del nostro matrimonio a bordo davanti alle nostre bambine, costata ben 890 euro. Eravamo riusciti a prenotarla con largo anticipo, nel gennaio 2018 e, originariamente, la partenza era prevista da L’Avana. Dopo circa tre mesi, Msc ha spostato la partenza a Miami ed eliminato la tappa nel Belize ma, considerato che avremmo avuto comunque quattro giorni per visitare Cuba, unico vero motivo di questa scelta, e che nessun’altra nave Msc prevedeva tale scalo, avevamo deciso di non annullare il viaggio, sebbene la nave fosse più piccola e meno attrezzata di altre. Non possiamo accettare che Msc, nonostante di questo blocco navale se ne parlasse da mesi, non abbia previsto alcuna idonea soluzione alternativa. Key West in Florida è solo una tappa finta, trattandosi di uno scalo a poche miglia da Miami, privo di particolare interesse. Siamo ancora a bordo ma il nostro sogno si è trasformato in un incubo, stiamo trascorrendo il tempo tra reception e uffici escursioni e abbiamo solo voglia di tornare a casa, essere risarciti e dimenticare questa brutta avventura”.

Dalla sezione news del sito ufficiale Msc si legge che agli ospiti attualmente a bordo della Msc Armonia sarà riconosciuto solo un credito di 400 dollari a cabina, proposta del tutto incongrua rispetto alla gravità dell’accaduto, a quanto proposto da altre compagnie (ad esempio la Royal Caribbean sta offrendo ai clienti in partenza la scelta tra la cancellazione della prenotazione con l’integrale rimborso di quanto versato e la fruizione del viaggio con un rimborso del 50% rispetto al prezzo pattuito) ed a quanto previsto dalla normativa di settore che, a fronte delle variazioni peggiorative dell’itinerario, riconosce il diritto a un’adeguata riduzione del prezzo, oltre al risarcimento dei danni da vacanza rovinata.

“Sarebbe paradossale e gravissima, ove confermata – afferma il Coordinatore di Codici Puglia Stefano Gallotta – la decisione di Msc di applicare le penali di recesso in danno di quei crocieristi che, a seguito della soppressione della tappa di Cuba, decideranno di rinunziare al viaggio senza essere riprotetti su altre loro navi. Il Codice del Turismo riconosce espressamente, in questi casi, il diritto del viaggiatore di recedere dal contratto senza corrispondere alcuna spesa o penale. In sostanza – prosegue l’Avvocato Stefano Gallotta – anziché prevedere, come altre compagnie, un parziale rimborso per il pacchetto meno interessante, Msc intenderebbe addirittura applicare penali che, negli ultimi 14 giorni prima della partenza, variano tra l’80 e il 100% del costo della crociera, aggiungendo così la beffa al danno. Invitiamo i turisti a non sottoscrivere alcun accordo in tal senso e siamo pronti a dare battaglia in tutte le sedi per ottenere il rimborso del pacchetto e il danno da vacanza rovinata – conclude il Coordinatore di Codici Puglia – trattandosi di problemi che pregiudicano quel benessere e relax che sarebbe doveroso attendersi da un’occasione di viaggio tanto onerosa e difficilmente ripetibile”.

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