2 giugno 1946: gli italiani vengono chiamati alle urne per votare il referendum sulla forma istituzionale dello Stato, cioè per scegliere se l’Italia deve continuare ad essere una Monarchia, oppure diventare una Repubblica. Nello stesso giorno, vengono indette le elezioni per l’Assemblea costituente, incaricata di elaborare la nuova Carta costituzionale, in sostituzione al vecchio Statuto Albertino. Per la prima volta, nella storia italiana, si vota a suffragio universale maschile e femminile. Prima di allora, infatti, le donne non avevano avuto diritto di voto.
Per quasi un secolo, a partire dal 1860, quando fu proclamata l’Unità, l’Italia era stata una Monarchia sotto la dinastia dei Savoia. Ma già in epoca risorgimentale, era emerso uno spiccato sentimento antimonarchico, che riemerse con rinnovato vigore in occasione della seconda guerra mondiale. La compromissione del re Vittorio Emanuele III con il regime fascista e la responsabilità per il catastrofico coinvolgimento nel conflitto, infatti, avevano messo gravemente in discussione la permanenza della monarchia dei Savoia.
Nel tentativo di salvare la Corona, poco prima della consultazione del 2 giugno, Vittorio Emanuele abdica (9 maggio 1946) in favore del figlio Umberto II.
Il referendum è comunque avverso alla Monarchia. Seppure con scarto relativamente ridotto di voti, infatti, la maggioranza degli italiani si esprime in favore della Repubblica. Questo il risultato del referendum, annunciato dal Ministro degli Interni Giuseppe Romita: «Repubblica, 12.718.641 voti; Monarchia 10.718.502». Il successo della Repubblica è dovuto principalmente all’elettorato del Centro-Nord: al Sud e nelle isole, infatti, risulta maggioritaria la scelta monarchica.
Pochi giorni dopo il Referendum, il re Umberto II di Savoia, passato alla storia come “il re di maggio”, è costretto ad andare in esilio in Portogallo (13 giugno 1946). L’Assemblea Costituente, liberamente eletta, inizia i suoi lavori il 25 giugno 1946 e tre giorni dopo elegge Enrico De Nicola capo provvisorio dello Stato.
Il 22 dicembre 1947, dopo 170 sedute e 1090 interventi, l’Assemblea approverà il testo della Costituzione italiana, che entrerà in vigore il 1° gennaio 1948.