“La Ctu – dichiara il Segretario Nazionale dell’Associazione Codici Ivano Giacomelli – dice che i terreni sopra il Peschiera, l’acquedotto di Roma, sono demaniali, coperti da usi civici e pertanto non potevano essere venduti. Adesso la vicenda passa nelle mani del giudice, al quale torniamo a chiedere l’annullamento della vendita”.
Un bene primario come l’acqua non può essere ceduto, ma deve essere mantenuto al servizio della collettività. Ne è convinta l’Associazione Codici, che sottolinea lo strano atteggiamento di alcuni soggetti in questa vicenda. “Sulle Fonti del Peschiera – commenta il Segretario Nazionale dell’Associazione Codici Ivano Giacomelli – abbiamo fatto una battaglia accompagnata dal silenzio assordante dei comitati per l’acqua pubblica. È curioso come queste associazioni sono sempre pronte a fare polemica, poi su vicende così importanti sono assenti”.
Rispettare il patrimonio pubblico sottoposto a demanio e difendere l’acqua pubblica. È il doppio binario su cui si è mossa in questi anni l’Associazione Codici, che ora chiede che venga fatta giustizia. “Avevamo definito la vendita delle Fonti del Peschiera un atto scellerato – afferma il Segretario Nazionale Ivano Giacomelli – oggi, alla luce dell’esito della Ctu, riteniamo che i terreni debbano essere restituiti alla comunità e che Acea debba pagare i danni causati”.
Fonte: CODICI: Codici: la Ctu “libera” le Fonti del Peschiera, il giudice annulli la vendita
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