Pubblichiamo il testo integrale del commento del Segretario Nazionale di CODICI, Ivano Giacomelli, ad una recente sentenza del Tribunale di Roma:
“Per quanto riguarda le separazioni, i Giudici del Tribunale e della Corte di Appello di Roma sono quelli più orientati alla tutela della madre contro i padri. I dati ISTAT ( 97% di affidamento alla madre) sono così schiaccianti e chiari che non vi sono retoriche smentite che possano giustificare la costante violazione del principio di bi genitorialità posto in essere dai Tribunali romani.
La sentenza che oggi andiamo a commentare si colloca in questo scenario ma rappresenta la storia di un percorso posto in essere dal giudice verso un risultato scontato. Non vi è quindi solo un orientamento alla preferenza materna, ma vi è un comportamento attivo del giudice che , ignorando fatti sostanziali e circostanziali , non adottando provvedimenti doverosi a tutela del padre oggetto di una palese alienazione parentale ma anzi legittimandola , ha predeterminato le condizioni per il totale e definivo allontanamento del padre , utilizzando poi questo scoramento per giustificare un provvedimento di affido super esclusivo .
In breve la storia: un padre scopre , perché lo avvisano i vicini , che la moglie è sotto casa in atteggiamenti intimi con un altro uomo. La Signora torna a casa e il marito l’affronta e questa prende i tre figli e se ne va di casa portandoli a casa dell’amante . Non contenta di questo , nei giorni successivi la signora torna nella ex casa coniugale e la devasta facendosi aiutare dai tre figli di 4 , 7 e 12 anni. In poco tempo avvia una azione di destrutturazione della figura paterna arrivando a far chiamare papà l’amante ora convivente e portando i bambini a rifiutare di vedere il vero padre.
La Signora pone in essere una serie di comportamenti alienanti e il Giudice Dott.ssa Damiana Colla invece di porre un argine a tale comportamento lo legittima dando alla madre l’affido esclusivo e limitando le visite del padre . L’affido ai servizi sociali è un proforma noto sapendo la cronica inefficienza e inadeguatezza di questi , con il risultato che questi non solo non sono in grado di sostenere i minori, ma non sono neanche in grado (anzi non ne hanno nessuna voglia) di arginare i comportamenti escludenti della madre con il risultato che il padre alienato si vede sempre più allontanato e colpevolizzato.
Colpevolizzato è il secondo step di questa strategia . Nella consapevolezza del comportamento alienante rafforzato dalla tutela giudiziaria apprestata , si devono giustificare alla fine le ragioni di queste scelte. Il risultato, più che prevedibile, è di totale allontanamento del padre con la COLPEVOLIZZAZIONE dello stesso padre. Alla fine deve essere lui il colpevole, colui che, non essendo un super eroe o un martire prestato alla famiglia, verrà spinto verso il cedimento, la disperazione, il baratro. E il gioco è fatto. Il tempo e le scelte volutamente “prudenti”del magistrato portano all’inevitabile. Ma di questo processo vi è una consapevolezza e la vittimizzazione del padre che deve fare solo il bancomat è una perdita accettata. Va protetta la madre, a prescindere da tutte le ragioni, e va colpevolizzato il padre . Ma la legge parla di altro, parla di affido condiviso, di responsabilità genitoriale condivisa , mentre le decisioni e il comportamento dei giudici di Roma ed in particolare della Dott.ssa Colla non vanno in questo senso , anzi vi è una gestione del processo orientata alla tutela materna e non verso il coniuge debole nel solo interesse dei figli che hanno diritto di avere una madre e un padre .
Un’ultima chicca di questo Giudice, nella causa di separazione per addebito ( rammento che la moglie è stata pescata in flagranza di tradimento e non lo ha mai negato nel giudizio) il Giudice non ha ammesso le prove articolate per dimostrare la colpevolezza del tradimento e della rottura del matrimonio, NON ha ammesso lo svolgimento di tali prove ritenute “irrilevanti” salvo poi affermare che il ricorrente non ha dato prova del tradimento!!!
Quello che lascia però basiti è la lettura delle motivazioni piene di retorica e con continui richiami a fatti e circostanze sfornite di prova ma solo dichiarate dalla parte alienante, mentre è stata totalmente ignorata dalle indagini della Procura di Roma, la dichiarazione portata agli atti dove il PM non solo dichiara che nessuna violenza vi è mai stata da parte del padre verso i figli e la madre, ma addirittura paventa l’esatto contrario . Ma di una indagine effettuata dalla Polizia di Stato che ha sentito vicini e insegnanti dei figli non vi è traccia nelle motivazioni: il papà deve essere il cattivo della situazione”.
Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI
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Fonte: CODICI: Il Tribunale di Roma contro i padri separati: ancora una sentenza che fa discutere
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