Codici: necessario modificare la NIS, sanzioni ridicole per chi non protegge i cittadini
Le Commissioni Speciali inizieranno l’esame dell’Atto del Governo n. 10 “Schema di decreto legislativo di attuazione di una direttiva europea sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi” (conosciuto come NIS, Network Information Security), in recepimento della Direttiva Europea 2016/1148.
Secondo le Associazioni dei consumatori il provvedimento è di vitale importanza per la sicurezza delle infrastrutture e lo sviluppo del Paese negli ambiti di intervento previsti dalla Direttiva, ma lo è ancor di più per la tutela dei diritti dei cittadini, che sono le prime vittime degli attacchi informatici sempre più frequenti nei settori dell’energia, dei trasporti, delle banche, della sanità e di tutte le altre attività quotidiane.
Sul livello attuale e sugli obiettivi puntuali da raggiungere in termini di maggiore sicurezza e resilienza dei sistemi operativi oggi in funzione in Italia, regna la massima opacità. Il provvedimento in oggetto deve essere un’opportunità di trasparenza per capire cosa si sta facendo dal punto di vista della tutela dei cittadini.
Il provvedimento può essere molto migliorato, iniziando dall’entità delle sanzioni previste per le società inadempienti. “Gli importi minimi di 12.000 euro e massimo di 150.000 per i fornitori di servizi essenziali sono ridicoli, perché non hanno alcun effetto deterrente per società con fatturati di miliardi di euro. Secondo le associazioni dei consumatori, le sanzioni vanno commisurate ai fatturati” – afferma Luigi Gabriele – Responsabile Affari Istituzionali Codici.
In molti punti il provvedimento appare vago e non qualifica con la precisione necessaria neanche le nozioni di “incidente” e “impatto significativo” così come quella di “indebito ritardo”. Nulla dice il provvedimento in tema di sviluppo tecnologico, né riguardo all’implementazione di sistemi innovativi a maggior sicurezza intrinseca come la “blockchain”.
Per questo, le Associazioni dei consumatori hanno scritto ai Presidenti delle Commissioni Speciali ed ai rispettivi relatori incaricati, On. Vito Crimi e On. Gilberto Pichetto Fratin per il Senato, On. Nicola Molteni e On. Stefano Buffagni per la Camera, affinchè venga avviato un ciclo di audizioni e possano così essere audite.
Dott.ssa Carla Pillitu,
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