Ci sono alcune caratteristiche che è bene conoscere per evitare di acquistare un prodotto non in linea con le nostre aspettative…
Dopo la nostra piccola guida alla scelta dell’uovo di Pasqua perfetto, oggi ci dedichiamo ad un altro dolce simbolo di queste festività, ovvero la colomba. Stiamo parlando di un dolce amato da milioni di italiani, reso unico dalla glassatura alle mandorle e da una forma semplicemente inconfondibile. Detto ciò non tutte le colombe sono uguali: proviamo a scoprire insieme come e perché.
Iniziamo facendo chiarezza sugli ingredienti fondamentali per fare una colomba di Pasqua: innanzitutto sono necessarie la presenza di zucchero, farina di frumento ed ovviamente scorze di agrumi canditi (percentuale minima: 15%). Una colomba di qualità è inoltre realizzata con burro (percentuale minima: 16%) e quindi non con margarina, con uova fresche (minimo 4%) e quindi non con uova pastorizzate, con lievito madre e quindi non con lievito sintetico.
Le percentuali di cui sopra non sono un puntiglio, ma sono effettivamente necessarie affinché si possa parlare di colomba, come ben evidenziato da un decreto del 22 luglio 2005: in caso contrario, ci troviamo di fronte ad un dolce magari squisito, ma che semplicemente non può essere chiamato “colomba di Pasqua”.
Ovviamente anche in caso di rispetto degli ingredienti esistono ulteriori criteri per scegliere una colomba di qualità: uno su tutti il prezzo che, come è facile immaginare, lievita in caso di materie prime di qualità. Non a caso le colombe artigianali hanno un prezzo medio di 20 euro al chilo, mentre quelle commerciali di circa 5 euro al chilo.
Detto ciò, come già suggerito parlando di uova di Pasqua, anche in questo caso il suggerimento che diamo ai cittadini è di informarsi al meglio prima di acquistare una colomba e il modo migliore per farlo consiste semplicemente nel leggere l’etichetta. Basta infatti darle un’occhiata per scoprire se il prodotto in questione presenta additivi (quali ad esempio aromi o conservanti) e se è fornito di una certificazione di assenza di ogm.
Dopodiché sta solo a voi e al vostro palato valutare se la colomba acquistata soddisfa o meno le vostre aspettative. Noi dell’Associazione CODICI ci limitiamo unicamente a ricordarvi che, qualora vi trovaste davanti a prodotti scadenti o addirittura sospetti, potete contattarci e segnalarci il vostro disappunto. Combattiamo da anni per tutelare i consumatori a 360° ed il nostro impegno nel settore alimentare è premiato dalla presenza costante del nostro responsabile affari istituzionali Luigi Gabriele all’interno della trasmissione “Mi Manda Rai Tre”. Potete contattare l’Associazione CODICI inviando una mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org, oppure telefonando al numero 065571996.
Iniziamo facendo chiarezza sugli ingredienti fondamentali per fare una colomba di Pasqua: innanzitutto sono necessarie la presenza di zucchero, farina di frumento ed ovviamente scorze di agrumi canditi (percentuale minima: 15%). Una colomba di qualità è inoltre realizzata con burro (percentuale minima: 16%) e quindi non con margarina, con uova fresche (minimo 4%) e quindi non con uova pastorizzate, con lievito madre e quindi non con lievito sintetico.
Le percentuali di cui sopra non sono un puntiglio, ma sono effettivamente necessarie affinché si possa parlare di colomba, come ben evidenziato da un decreto del 22 luglio 2005: in caso contrario, ci troviamo di fronte ad un dolce magari squisito, ma che semplicemente non può essere chiamato “colomba di Pasqua”.
Ovviamente anche in caso di rispetto degli ingredienti esistono ulteriori criteri per scegliere una colomba di qualità: uno su tutti il prezzo che, come è facile immaginare, lievita in caso di materie prime di qualità. Non a caso le colombe artigianali hanno un prezzo medio di 20 euro al chilo, mentre quelle commerciali di circa 5 euro al chilo.
Detto ciò, come già suggerito parlando di uova di Pasqua, anche in questo caso il suggerimento che diamo ai cittadini è di informarsi al meglio prima di acquistare una colomba e il modo migliore per farlo consiste semplicemente nel leggere l’etichetta. Basta infatti darle un’occhiata per scoprire se il prodotto in questione presenta additivi (quali ad esempio aromi o conservanti) e se è fornito di una certificazione di assenza di ogm.
Dopodiché sta solo a voi e al vostro palato valutare se la colomba acquistata soddisfa o meno le vostre aspettative. Noi dell’Associazione CODICI ci limitiamo unicamente a ricordarvi che, qualora vi trovaste davanti a prodotti scadenti o addirittura sospetti, potete contattarci e segnalarci il vostro disappunto. Combattiamo da anni per tutelare i consumatori a 360° ed il nostro impegno nel settore alimentare è premiato dalla presenza costante del nostro responsabile affari istituzionali Luigi Gabriele all’interno della trasmissione “Mi Manda Rai Tre”. Potete contattare l’Associazione CODICI inviando una mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org, oppure telefonando al numero 065571996.