Da un po’, molto probabilmente, chi di dovere era a conoscenza della crisi che attanagliava il gruppo MPS, noi per parte nostra ci eravamo accorti che la banca, la quale aveva sempre avuto ottimi rapporti con le Associazioni dei Consumatori, ad un certo punto stava cambiando atteggiamento.
Da un certo momento in poi infatti, ovvero nel 2012, i rapporti si sono assottigliati fino ad interrompersi definitivamente. Questo perché poco prima la banca ci chiese di andare nelle sue filiali a fare le “belle statuine” per fare una sorta di moral suasion nei confronti dei consumatori parlando di trasparenza, era un progetto che noi non sposammo perché ci pareva inconsistente ed inoltre non ci convinceva. Siamo stati l’unica Associazione a non aderire.
Forse c’era la sottesa volontà di avere il bollino dei consumatori perché di lì a poco sarebbe scoppiato lo scandalo MPS?
“Sospettavamo che non fossero trasparenti e sinceri con noi, che ci tenessero nascosto qualcosa. Il tempo poi ci ha dato ragione” – afferma Luigi Gabriele – Responsabile Affari Istituzionali Codici – che continua: “invitiamo la Commissione di inchiesta ad acquisire carte e documenti che la banca mostrava nel corso degli incontri di Consumer Lab, il tavolo permanente di confronto con i consumatori che Siena aprì, tra le prime banche in Italia, sotto la presidenza Mussari. Ci portavano a visitare Rocca Salimbeni e anche a vedere le tenute vitivinicole, ricorda Gabriele. In quegli incontri ci mostravano carte e documenti e dopo gli incontri la banca faceva comunicati, e non vorremmo fosse stata carpita la nostra buona fede per ottenere la fiducia dei risparmiatori”.
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