Il motivo della sanzione è quella di aver offerto ai consumatori diamanti da investimento in maniera ingannevole e omissiva.
Le società diffondevano attraverso il sito internet e il materiale promozionale informazioni ingannevoli, inducendo i consumatori all’acquisto di questa tipologia di prodotti ad un prezzo totalmente inconveniente.
I prezzi di vendita liberamente determinati dai professionisti erano in realtà superiori, e di molto, rispetto al costo di acquisto della pietra e ai benchmark internazionali di riferimento (IDEX e Rapoport).
L’Antitrust ha inoltre accertato che gli istituti di credito che operavano con queste società, inducevano i risparmiatori a diversificare i propri investimenti acquistando diamanti come bene di rifugio.
Il ruolo degli istituti bancari ha facilitato l’acquisto da parte dei consumatori che, seguendo quanto suggeriva il personale bancario, hanno ritenuto credibili le informazioni proposte dalle due società di investimento. Il consumatore, fidandosi e affidandosi ai consigli della propria banca, ha acquistato senza accertarsi ulteriormente.
Sia le due società che gli istituti bancari, hanno violato ogni norma a tutela del consumatore, traendolo in inganno, omettendo informazioni fondamentali e proponendo prezzi di vendita superiori al prezzo di mercato.
Codici, per tali ragioni, lancia una class action, affinché tutti i risparmiatori che, fidandosi, hanno investito in queste società, possano essere risarcite e, finalmente, tutelate.
Fonte: CODICI:
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