Ho letto con molto interesse la lettera da lei ricevuta “Bocciato dai professori, promosso dal tribunale Ma il padre e i giudici meritano l’insufficienza” e le sue riflessioni in merito.
Mi permetto di intervenire in questo dibattito cercando di mettere in evidenza la portata della sentenza superando l’ostacolo della prima impressione.
La premessa d’obbligo è quella che i Giudici italiani da oltre 20 anni disapplicano il c.d. principio di bi-genitorialità, che mette sullo stesso piano i due genitori. Senza entrare nel merito della delicata questione, si può ben
capire come questa linea guida sia fondamentale in situazione di coppie separate in situazioni conflittuali. I Giudici e le amministrazioni disattendono il principio e creano figli destabilizzati.
Seppur la vicenda presenti alcuni elementi grotteschi, la sentenza rappresenta finalmente un atto di civiltà, da parte di un Tribunale che neanche è competente in materia di separazioni o affidamenti ma che entra sulla
questione rivolgendo un duro monito alle amministrazioni inadempienti.
Questo TAR non ha visto la forma, ha deciso nella sostanza , molto più di quanto avrebbero dovuto fare la struttura scolastica menefreghista.
Mi consenta quindi di dissentire dal giudizio espresso dal lettore e in qualche modo condiviso anche da Lei.
L’insufficienza non va data al Giudice, che in questo caso non solo ha fatto una corretta applicazione del diritto ma si è assunto l’onere di rompere un arcaico orientamento dominante in Italia. Orientamento che è stato più
volte sanzionato dalla Corte Europea di Giustizia.
Il padre , maliziosamente tenuto all’oscuro, si è fatto onere di correre ai ripari contro la colpevole inerzia della scuola facendosi carico del recupero del ragazzo. E’ opportuno rammendare come, durante l’anno scolastico
precedente, è stato proprio l’intervento del padre ad evitare la bocciatura del ragazzo. Egli ha preso in mano le redini della situazione e con costante presenza e attenzione ha permesso che il figlio, provato dalla separazione
dei genitori e per questo motivo in difficoltà anche a scuola, perdesse un anno.
Ora, è chiaro che a dover essere giudicati insufficienti, non sono di certo i giudici nè questo padre. Chi merita l’insufficienza, in questa vicenda, è in primis la madre, la quale ha tenuto il padre completamente all’oscuro
riguardo i brutti voti del figlio e riguardo uno degli aspetti più importanti della vita di un figlio, soprattutto in età adolescenziale; ed è impietosamente bocciata la scuola con i suoi insegnanti che, con il loro colpevole “silenzio”,
hanno reso impossibile a questo padre esercitare pienamente il suo diritto di essere genitore.
Ivano Giacomelli Segretario Nazionale Codici
Fonte: CODICI: Il Segretario Nazionale CODICI scrive una lettera aperta al direttore del Gazzettino
Powered by WPeMatico