I felidi si dividono in due grandi sottofamiglie, quella dei panterini (tigri, leoni, giaguari, leopardi, ecc.) e quella dei felini (gatti domestici, caracal, linci, ocelot, ecc.). I panterini sono identificati anche come “grandi felini”, mentre i felini come “piccoli felini”.
Da un’analisi superficiale verrebbe spontaneo inserire il puma tra i “grandi felini”, in realtà esso va inserito tra i “piccoli felini”. In altre parole, a livello filogenetico, è più vicino ad un gatto domestico piuttosto che ad un leone, sebbene nel fenotipo richiami non poco una leonessa.
A chiara testimonianza dell’appartenenza del puma alla sottofamiglia dei “piccoli felini” c’è la presenza dell’osso ioide alla base della lingua. Tale osso consente all’animale di fare le fusa, precludendo, però, la capacità di ruggire. Nei “grandi felini” l’osso ioide è sostituito con una cartilagine flessibile, essi possono ruggire, ma non fare le fusa con continuità.
Endemico delle Americhe, in passato il puma era il mammifero con la più ampia diffusione di tutto il Nuovo Continente. Il suo areale si estendeva dal sud del Canada, attraversava tutta l’America centrale e arrivava fino alla Patagonia. Nel recente passato storico le ondate di sterminio ad opera dell’uomo ne ridussero di molto la distribuzione e diffusione. Negli Stati Uniti i coguari sono sopravvissuti solo sulle Montagne Rocciose, nei deserti e semideserti del sudovest e nelle regioni paludose delle Everglades in Florida.
Fortunatamente, dopo essere stato cacciato quasi fino all’estinzione (soprattutto negli Stati Uniti), oggi il puma è una specie protetta e la sua popolazione totale sta gradualmente riprendendo consistenza.
Mediamente un puma adulto maschio misura 1,3 metri di lunghezza (coda esclusa) per un peso di 60-70 kg. Le femmine sono leggermente più piccole, 1,1 metri di lunghezza e 40-50 kg di peso.
Per proporzioni corporee il coguaro ricorda l’aspetto di un robusto leopardo. La colorazione della pelliccia è simile a quella del leone (in genere bruno fulvo, biondo rossiccio, o grigio argento), ma, diversamente da quest’ultimo, il mento ed il petto sono sempre biancastri.
Il puma è un attivo cacciatore, le sue prede preferenziali sono cervi e renne, tuttavia, in caso di necessità, si adatta anche a topi, ratti, moffette, procioni, castori, opossum e pesci. In ogni caso non si nutre mai di carogne ed evita anche i rettili.
Per abbattere le preda più grosse si avvicina loro di soppiatto, da una breve distanza salta sul loro dorso e gli rompe l’osso del collo con un forte morso alla gola (tecnica di caccia tipica di molti grandi felini).
Il puma è un’animale solitario e si incontra con altri esemplari della sua specie solo durante il periodo degli accoppiamenti, che in genere va da novembre a giugno. Il maschio sta insieme alla femmina al massimo per una settimana e, come per tutti i felidi, le cure parentali sono di esclusiva competenza materna.
La gestazione dura circa 3 mesi, una figliata può arrivare a 7-8 piccoli, anche se in genere si assesta su 3 o 4 cuccioli. Lo svezzamento avviene in circa 6-7 settimana e i giovani rimangono con la madre fino a 18-20 mesi di età.
Il coguaro ha una notevole agilità, nonché una ragguardevole forza muscolare nelle zampe. Grazie a tali doti riesce a spiccare balzi fino a 13-14 metri in lunghezza e 4-5 metri in altezza. Si stima che un esemplare adulto abbia la forza equivalente di 6-8 uomini (pari peso). Notevoli anche le sue doti da “velocista”, infatti può arriva alla velocità di 80 km/h, con punte che superano i 90 km/h, fatto che lo rende il felino più veloce dopo il ghepardo.
Non ha molti antagonisti naturali, in Nord America solo lupi ed orsi possono, occasionalmente, predare esemplari giovani o malati, in Sud America l’unico vero competitore è il giaguaro.
La parola “puma” deriva dalla lingua amerindia quechua. In passato era un animale profondamente rispettato dagli Indiani d’America, inoltre Maya, Aztechi (Centro America) e Incas (Perù) lo consideravano un animale sacro.
I cuccioli di puma sono pezzati con una colorazione di base beige e degli anelli scuri sulla coda. La pezzatura sbiadisce col crescere, per scomparire del tutto a circa un anno di età. In genere un coguaro selvatico vive fino a 18-20 anni di età, invece in cattività può arrivare a superare anche i 25 anni di età.
Fonte: CODICI: Il puma, un grande “piccolo felino”
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