Sembra non avere sosta il “calvario” che da anni imperversa tra le fila di Uber.
Prima in Italia con la manifestazione indetta dai tassisti e oggi con il mancato rinnovo della licenza a opera del governo inglese, il colosso americano leader nel settore dei trasporti privati è di nuovo al centro della gogna mediatica. A detta delle autorità locali, il celebre servizio mancherebbe dei requisiti essenziali per presentarsi come operatore privato, tra cui l’assenza di elevati standard in materia di sicurezza e affidabilità. Dura la condanna del sindaco londinese Sadiq Khan:”Tutte le compagnie che operano a Londra devono rispettare degli standard qualitativi, e questo discorso vale anche per le startup innovative”. Non tarda però ad arrivare la replica della celebre app: la decisione di Londra di chiudere al progresso, è solo un altro passo falso verso i servizi innovativi, ha dichiarato il ceo dell’azienda Dara Khosrowshahi. Non è la prima volta però che Uber deve fronteggiare una simile situazione: già nel corso di quest’anno erano arrivate parecchie critiche verso l’azienda, rea di aver ommesso alcuni reati compiuti dai suoi autisti e di aver nascosto le dure condizioni a cui sono sottoposti i suoi “driver”. Una protesta quella contro Uber condivisa anche da altre sponde nel mainstream: i tassisti londinesi sulle orme di quelli italiani avevano lanciato una campagna di protesta avvalendosi dei “black cabs”. Che cosa ancora in serbo il futuro per Uber? E’ molto difficile da dire. L’unica cosa che sappiamo per certa è che il periodo nero di Uber non accenna a rallentare.
Fonte: CODICI: Londra ai ferri corti con Uber: sua maestà non rinnova la licenza
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