… e la #Ricostruzione stenta ancora a decollare
6 Aprile 2009, ore 3:32 del mattino … la terra trema.
La quantità di vittime e l’entità dei danni sarebbe maggormente comprensibile se non ci si fosse trovati di fronte, quella notte, al punto apicale di uno sciame sismico.
La sequenza di terremoti, infatti, è iniziata con una scossa di lieve entità (magnitudo 1,8) il 14 dicembre 2008 ed è poi ripresa con maggiore intensità il 16 gennaio 2009 con scosse inferiori a magnitudo 3.0 per poi protrarsi, con intensità e frequenza lentamente ma continuamente crescente, fino alla terribile notte del 6 aprile 2009.
Vero è che la potenza del sisma è stata impressionante. Si pensi che il “Peak ground acceleration”, ovvero il picco massimo di accelerazione al suolo (quanto velocemente sono stati scossi gli edifici) ha raggiunto i 0,68 g .
Per rendesi ben conto è come se gli edifici fossero stati spostati alla velocità di 6,67 metri al secondo, cioè a oltre 86000 km/h
Dopo il picco la popolazione aquilana ha subito, nelle 48 ore dopo la scossa principale, altre 256 scosse o repliche, delle quali più di 150 nel giorno di martedì 7 aprile.
Il bilancio definitivo è di 309 morti, circa 1600 feriti ed oltre 65.000 sfollati.
Il sisma ha apportato danni notevoli al patrimonio storico-artistico di cui era particolarmente ricca la Città dell’Aquila: tutte le chiese (più di un centinaio), a partire dalle più importanti basiliche, sono state dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici nel centro storico compreso il Forte spagnolo, uno dei simboli della città.
Alla luce dei danni e delle vittime il sisma risulta il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea dopo il Terremoto di Messina del 1908, il Terremoto di Avezzano del 1915, il Terremoto dell’Irpinia del 1980 e il Terremoto del Friuli del 1976.
Dopo il Doveroso ricordo delle tante vittime, il nostro pensiero corre alla Città ed alle tante famiglie che ancora oggi, nel 6° anniversario dell’evento, non hanno visto ripristinata una situazione normale.