Civitavecchia: Per la prima volta in assoluto il Comune si ricorda che è attiva nel suo territorio un’associazione di consumatori riconosciuta, e ci convoca al consiglio comunale aperto per dare “il nostro contributo” sulla scelta fra pubblico e privato.
“Il contributo” di idee, e della (poca o tanta)esperienza nel settore idrico che la nostra realtà può offrire, può essere utile solo se il confronto è costante, se lo scambio di opinioni e le proposte di soluzione sono diuturne, scelta dopo scelta, decisione dopo decisione.
Chiamarci oggi ad essere presenti ad una decisione che è conseguenza di scelte altrui, da noi mai condivise, più volte osteggiate sia pubblicamente che in sede giudiziaria è un gioco vecchio, e noi non amiamo giocare.
Se il Sindaco veramente vuole confrontarsi seriamente con le associazioni di consumatori, crei finalmente il tavolo di confronto permanente aperto a TUTTE LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE DAL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, e ci sottoponga, come da legge, ogni scelta che va a toccare le tasche dei cittadini/consumatori, e noi esprimeremo il nostro parere.
La nostra posizione, anche se si è cercato di farci passare per colpevoli della situazione, è ben nota: noi siamo quelli che, insieme a CODICI, hanno fatto ricorso contro la vendita del 60% del settore idrico ed abbiamo vinto.
La posizione del Comune, ad oggi, è nota: fin dal 2002 Civitavecchia ha aderito all’ATO che è gestita da ACEA, e poi ha trovato mille escamotage per non consegnare le reti.
Ora Civitavecchia è costretta a passare l’Acqua ad Acea ed a vendere una parte di HCS per colpa della precedente Amministrazione? Bene, il Consigliere Moscherini, Sindaco di quella Amministrazione, avrà modo domani, dinnanzi alla cittadinanza, di replicare e di smentire, oppure di spiegare perché la città è nella situazione in cui si trova.
E’ da quando è arrivata sul territorio che la nostra associazione fa un pressing costante, che non è cessato nemmeno quando la Giunta ha cambiato colore, affinché venissimo consultati sui tanti problemi della città, come nostro diritto.
Ci si convoca solo ora che il tempo del confronto è finito?
Ora, pubblica o privata che sia, una soluzione bisognerà trovarla, ed alla politica spetta l’onore e l’onere di scegliere, ed apprezziamo che si sia deciso di farlo dinnanzi alla Città, che per l’ennesima volta si è espressa contro la vendita o la privatizzazione.
Il nodo politico dell’Acqua Pubblica o Privata è Suo, Signor Sindaco, ed a Lei ed alla Sua giunta l’onere di scioglierlo.
Con noi, se ancora vorrà, potrà confrontarsi nella Consulta dei Consumatori, che certamente istituirà.
Se non lo farà, se questo invito fuori tempo non è l’inizio di un apertura al dialogo ed al confronto, sarà chiaro a tutti che questa Giunta non cerca condivisione d’idee, che non rispetta gli Organismi di Tutela, ma che è solo in cerca di colpevoli su cui scaricare le responsabilità di una scelta presa nel 2002, e che non si riesce, o non si vuole, modificare.
Noi, Signor Sindaco, come tutta la città, la guarderemo scegliere: non è questa la democrazia “rappresentativa”?