{"id":140963,"date":"2018-10-19T03:03:03","date_gmt":"2018-10-19T01:03:03","guid":{"rendered":"http:\/\/consumatori.org\/2018\/10\/19\/3444-tanto-cara-mi-fu-quella-sinistra-html\/"},"modified":"2018-10-19T03:03:03","modified_gmt":"2018-10-19T01:03:03","slug":"3444-tanto-cara-mi-fu-quella-sinistra-html","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/consumatori.org\/2018\/10\/19\/3444-tanto-cara-mi-fu-quella-sinistra-html\/","title":{"rendered":"Tanto cara mi fu quella Sinistra"},"content":{"rendered":"
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\"Tanto<\/div>\n
L’abitudine \u00e8 quell’abito mentale che veste il consueto, non il nuovo.<\/div>\n
Toh guarda giusto voi, nostalgici dell’Economia della Produzione, dove quelli del Capitale e gli altri del lavoro se le davano di santa ragione per poter intascare il meritato e i consumatori fuori dal ciclo a ristorar bisogni.<\/p>\n

Beh, ancor’oggi cari miei quel consunto consueto vi veste e vi calza; n\u00e8 vi scuote il fatto che quella stessa economia, dall’esser stata della produzione, si sia fatta dei consumi*; quel posto, insomma, dove hanno pi\u00f9 bisogno i produttori di vendere chi i consumatori di acquistare.<\/p>\n

Toh guarda questa mattina, anch’io nel calzarmi mi sono accorto di avere un buco in una scarpa. Preso dal bisogno esco e ne acquisto due, nuove. Non tutti hanno le scarpe sfondate, chi ce le ha fa come me. Poi ci son quelli fedeli alla moda e se cambia le cambiano; ci sono pure i collezionisti, finanche quelli che le acquistano solo per sfizio.<\/p>\n

Tutti si va in negozio, scegliamo, acquistiamo, paghiamo.<\/p>\n

Efisio, capo dei calzaturai del calzaturificio “Frosi”, incassa, fa i conti; conta pure le scarpe ancora in magazzino; mette nel conto pure la fine della stagione che si avvicina, impreca.<\/p>\n

Veniamo a noi, cari della vecchia Sinistra, agitate i neuroni e…. lo sentite l’acro odore di un bel conflitto tra Capitale e Lavoro? <\/p>\n

Diamo un’occhiata. Quest’Efisio impreca perch\u00e8, a conti fatti, ha mal gestito i fattori della produzione. <\/p>\n

Fiuuuu, eppur ci aveva messo la capacit\u00e0 di imprendere ed il capitale e quelli che stanno con lui il lavoro.<\/p>\n

Quando si accorge del danno, ci risiamo, taglia il costo di quel lavoro che ha sovrapprodotto, la solita storia insomma.<\/p>\n

S\u00ec la solita, quella che pressappoco sembrano raccontar tutti: un\u2019analisi del Centro Studi ImpresaLavoro, elaborando dati Eurostat, mostra come dal 2007 al 2017 gli italiani abbiano perduto l\u20198,4% del loro reddito pro capite, un calo pari a 2.400 euro a cittadino. <\/p>\n

Ehi, c’\u00e8 pane per i vostri denti e azzannar l’ingiustizia.<\/p>\n

Calma e gesso. Quello Scarpantibus quando fa questo ha in testa un dilemma: “riduco la paga a quelli che hanno lavorato facendo troppo; riduco il costo del lavoro per abbassare i prezzi, migliorare la capacit\u00e0 competitiva e vendere quell’invenduto che altrimenti brucia risorse?”.<\/p>\n

Mentre ancor dilemma si accorge di come gli sia rimasto in tasca quella parte dell’incassato con cui remunera il capitale; mass\u00ec, quel che gli tocca degli utili per la gestione dei fattori produttivi e la quota di profitto del rischio d’impresa.<\/p>\n

Bene da dilemma a dilemma, il vostro: Efisio, che ha mal gestito i fattori della produzione, ci marcia o quel meccanismo “automatico” che trasferisce quanto incassato della spesa ai fattori produttivi, gli ha consentito di tenersi l’immeritato resto in tasca, malgr\u00e9 soi?<\/p>\n

Un bel dilemma eh? Gi\u00e0, pure perch\u00e8 cos\u00ec la produttivit\u00e0 totale dei fattori collassa; si va a sbattere insomma! La colpa, dite? Ecco si, la colpa. <\/p>\n

Per generare la crescita economica, produrre e lavorare sono la condizione necessaria, niente affatto sufficiente se si \u00e8 prodotto quell’invenduto che brucia risorse. La spesa s\u00ec! Quella dei consumatori ne fa i 2\/3.<\/p>\n

Nell’Economia dei Consumi, dove “la mia spesa \u00e8 il vostro reddito” e la spesa di tutti \u00e8 reddito per tutti, quel meccanismo di trasferimento misconosce questo ruolo. <\/p>\n

Essipperch\u00e8, se per fare la crescita quest’esercizio di consumazione si rende indifferibile, questa indifferibilit\u00e0 reclama l’impiego di risorse produttive scarse: il tempo, l’attenzione, l’ottimismo.<\/p>\n

Giust’appunto queste risorse produttive che proprio quell’invalido, attempato meccanismo non misura n\u00e8 remunera.<\/p>\n

Gi\u00e0, sapete di chi \u00e8 figlio questo improvvido trasferimento? Il padre, quel vecchio paradigma che ha consagrato i Produttori come “generatori della ricchezza”; il Nonno, cantore di quell’economia della produzione, che ancora vi illude.<\/p>\n

Bene, \u00e8 tempo di lasciare il Novecento, farsi prossimi all’oggi. Oddio, quelli del PD ci hanno provato, si sono affacciati al nuovo millennio per scrutare, ancora scrutano. Vi vedo scettici: enn\u00f2 proprio quando tocca ripensare i modi della rappresentanza politica?<\/p>\n

Gi\u00e0, proprio la Politica, per dirla con Guglielmo Minervini, dovrebbe cambiare attitudine di fronte alle cose da fare per governare i fatti: “non quante risorse stanziare, quante invece risorse attivare”.<\/p>\n

Essipperch\u00e8, se per quelle da stanziare non v’\u00e8 il becco d’un quattrino, quelle da attivare a guardar bene si possono scorgere dentro quel vecchio, farraginoso, iniquo meccanismo di trasferimento, giust’appunto!<\/p>\n

Morite dalla voglia di redistribuire, magari attrezzando un adeguato ambiente normativo, al fin di esercitare il ruolo che vi spetta e meritare l’emolumento?<\/p>\n

Bene, vi prendo in parola: Ricordate quel “Profitto” un tempo considerato illecito? Beh, oggi \u00e8 incongruo!<\/p>\n

Si, questo remunero del rischio d’impresa, dentro un’economia dei consumi, circolare e continua, manca di ragione strumentale. Dentro questo circolo, quando tutti gli agenti economici dispongono dalle adeguate risorse produttive per fare quel che gli spetta, il sistema gira; girando, quel rischio viene abbattuto!<\/p>\n

Ta ta t\u00e0: le scorgete le risorse da riallocare a quelli della spesa, perch\u00e8 questo si renda possibile?<\/p>\n

Okkio, sono le nicchie di profitto che vengono incassate in ciascun tratto delle filiere, pi\u00f9 o meno lunghe, del sistema produttivo.<\/p>\n

Dovete fare in fretta per non farvi eseutorare; ci sono, nel mondo, grandi Imprese<\/a> che gi\u00e0 lo fanno: rende!<\/p>\n

Ehi, da buoni tutori del lavoro siete ancora scettici?<\/p>\n

Bene, come intendere quell’obbligato esercizio di consumazione se non un lavoro che, agito, smaltisce quento prodotto e fa riprodurre attivando lavoro produttivo buono?<\/p>\n

Ess\u00ec, lavoro buono quello generato dalla spesa, fornito dall’Impresa e remunerato con i proventi di quella stessa spesa.<\/p>\n

Approposito: potete, \u00e8 vero, continuare a perseguire quella vostra abitudine che vi fa stare con i deboli; per poter far per loro per\u00f2, ironia della sorte**, vi toccher\u00e0 dover rappresentare le istanze invece di quelli della spesa, quelli forti.<\/p>\n

Prosit!<\/p>\n

*L\u2019economia dei consumi prende il posto dell\u2019economia della produzione quando l\u2019offerta supera strutturalmente la domanda. Quando insomma, per fare la crescita si impone l’obbligo del consumare ben oltre il bisogno, si chiude un\u2019epoca, si apre al nuovo.<\/p>\n