{"id":137303,"date":"2017-11-04T03:01:09","date_gmt":"2017-11-04T01:01:09","guid":{"rendered":"http:\/\/consumatori.org\/2017\/11\/04\/2762-l-allocco-html\/"},"modified":"2017-11-04T03:01:09","modified_gmt":"2017-11-04T01:01:09","slug":"2762-l-allocco-html","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/consumatori.org\/2017\/11\/04\/2762-l-allocco-html\/","title":{"rendered":"L\u2019allocco"},"content":{"rendered":"
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\"L\u2019allocco\"<\/div>\n
L\u2019allocco (Strix aluco) \u00e8 un uccello rapace ampiamente diffuso sul nostro territorio, facente parte dell\u2019ordine degli strigiformi (gli uccelli da preda con abitudini notturne\/serali, ossia i rapaci notturni).<\/div>\n
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Importante evidenziare come, malgrado il nome in comune di \u201crapaci\u201d, gli strigiformi non abbiamo alcuna effettiva stretta parentela con in rapaci diurni (ordine degli accipitriformi). Per avere un\u2019idea basti pensare che il rapporto di parentela filogenetica tra un aquila reale e un gufo reale non \u00e8 molto dissimile da quello intercorrente tra un tacchino e un corvo. In poche parole le loro similitudini sono dovute principalmente a dei co-adattamenti alla predazione (fenomeno della convergenza evolutiva).<\/p>\n

L\u2019allocco \u00e8 diffuso in tutta Italia (ad eccezione della Sardegna) ed \u00e8 lo strigiforme pi\u00f9 facilmente avvistabile, questo perch\u00e9, sebbene il suo habitat naturale sia l\u2019ambiente forestale, ben si adatta agli ambienti agricoli e antropizzati (non \u00e8 raro vederlo negli anfratti di monumenti dei centri storici). Oltre che in Italia lo si trova anche in gran parte dell\u2019Europa, Asia e Africa del Nord.<\/p>\n

Il piumaggio \u00e8 molto morbido (caratteristica comune a tutti gli strigiformi) ed \u00e8 dovuto alla presenza di un \u201cvelluto\u201d che ricopre tutte le piume. Questo \u201cvelluto\u201d e le remiganti primarie frangiate fanno si che i vortici d\u2019aria prodotti durante il battito delle ali siano ridotti al minimo e, quindi, che il volo dell\u2019animale sia estremamente silenzioso, molto utile per cogliere di sorpresa le prede.<\/p>\n

Gli occhi dell\u2019allocco (cosi come quelli di tutti gli strigiformi) sono molto grandi ed hanno un\u2019alta concentrazione di bastoncelli nella retina (cellule fotosensibili che consentono la visione in caso di scarsa luminosit\u00e0). Ci\u00f2 gli permette una visione notturna migliore rispetto a quella umana, ma, alla resa dei conti, non sufficiente per avere un\u2019accurata percezione dell\u2019ambiente, soprattutto nelle notti meno luminose.
Ad ogni modo questo non rappresenta un problema nella ricerca del cibo\/preda, infatti l\u2019allocco e in generale tutti gli strigiformi cacciano con l\u2019udito e non con la vista.<\/p>\n

Quindi, tra tutti i sensi, \u00e8 sicuramente l\u2019udito a farla da padrone. Gli strigiformi hanno i padiglioni auricolari in posizione asimmetrica (migliore capacit\u00e0 di riconoscimento posizionale nelle tre dimensioni) e i dischi facciali intorno agli occhi, una sorta di \u201cparabole\u201d che amplificano anche i suoni pi\u00f9 impercettibili. Grazie a questi adattamenti un piccolo animale (ovvero una potenziale preda) pu\u00f2 essere individuato con precisione millimetrica a decine di metri di distanza, anche se nascosto da foglie e\/o erba.<\/p>\n

Il nutrimento primario dell\u2019allocco \u00e8 costituito da piccoli roditori e invertebrati (lombrichi, lumache e insetti), che sono catturati durante le ore notturne. L\u2019animale ingoia la preda intera e in seguito espelle dalla bocca un rigurgito (detto borra) formato dalle parti indigeste.
La borra, oltre all\u2019evidente funzione di espellere le parti della preda che non possono essere assimilate, ha il compito pi\u00f9 generale di tenere pulito e in buona salute l\u2019apparato digerente.<\/p>\n

Gli allocchi nidificano tra febbraio e giugno, usando come nido cavit\u00e0 naturali (principalmente gli incavi degli alberi) o anfratti artificiali (numerosi nelle vecchie mura dei centri storici).
Le uova deposte vanno da 2 a 4 e i cuccioli sono in grado di volare in sole 5 settimane dalla schiusa, sebbene le cure parentali durino per altri ulteriori 3 mesi.
\"Strix_aluco_2\"<\/p>\n

L\u2019allocco, diversamente da altri strigiformi come il gufo comune e il barbagianni, ha le ali piuttosto robuste e corte, fatto che gli conferisce un volo meno agile, ma pi\u00f9 rapido e quindi maggiormente adatto alle zone impervie ricche di vegetazione (tipiche del suo habitat naturale).
Mediamente un adulto misura 38-40 cm in lunghezza, ha un\u2019apertura alare di 90-100 cm e un peso di 500-600 grammi. C\u2019\u00e8 un lieve dimorfismo sessuale in favore delle femmine, che in media sono pi\u00f9 lunghe del 5% e pi\u00f9 pesanti del 25%.
\"Strix_aluco\"<\/p>\n

Il colore delle piumaggio dell\u2019allocco \u00e8 simile a quello della corteccia di un albero, mimetizzandosi, cos\u00ec, molto bene nel bosco. Il mimetismo viene utilizzato sia per sfuggire da eventuali predatori, che per rendersi \u201cinvisibile\u201d alle potenziali prede.<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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\nFonte: CODICI: L\u2019allocco<\/a><\/p>\n

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