Nel 2011 l\u2019inventore e tecnologo Ray Kurzweil, descriveva un mondo in fermento, dominato da cambiamenti repentini e improvvisi: \u201cun mondo umano, che trascender\u00e0 le nostre radici biologiche\u201d e poi ancora \u201c<\/span>un mondo in cui le tecnologie basate sull’informazione racchiuderanno tutta la conoscenza e tutte le abilit\u00e0 umane, e alla fine includeranno le capacit\u00e0 di riconoscimento di forme, le abilit\u00e0 nella soluzione dei problemi e l’intelligenza emotiva e morale del cervello umano\u201d, <\/span>cos\u00ec citavano alcuni dei passi del suo libro. Un assunto che oggi echeggia nelle nostre menti, risuonando un po’ come una premonizione. <\/span><\/span><\/p>\n L\u2019hanno chiamata l\u2019invenzione del nuovo millennio, un\u2019espressione forse un p\u00f2 saccente e fuorviante, che poi in fin dei conti tanto esagerata non \u00e8, viste le cifre esorbitanti di questo mercato fruttuoso che fa molto parlare di s\u00e9: basti pensare che la neo-invenzione dei chat-bot, i \u201cfuturi\u201d assistenti virtuali che rivoluzioneranno il concetto di customer satisfaction<\/i>, hanno generato introiti per circa 20 miliardi di euro nel biennio 2016-2018, una volume d\u2019affari destinato ad arrivare fino a 35 miliardi di euro entro il 2022. Cifre da capogiro se si pensa che l\u2019intelligenza artificiale \u00e8 una branca relativamente giovane della conoscenza, rimasta praticamente nell\u2019oblio fino a qualche anno fa, quando \u00e8 tornata prepotentemente alla ribalta grazie alla proliferazione di device<\/i> sempre pi\u00f9 innovativi e allo strapotere della rete. Non solo l\u2019intelligenza artificiale mobilita ingenti somme di denaro, ma crea inconsapevolmente una vera e propria convergenza cross-settoriale, con benefici tangibili per molte realt\u00e0 industriali che spostano i loro core-business su settori ad elevato profitto: di recente Intel e Facebook hanno dato vita a joint venture che prevede un mutuo scambio di know-how e tecniche in materia di intelligenza artificiale. Da voci di corridoio sembra che Intel stia sviluppando il processore per reti neurali Intel Nirvana (NNP), che tramite l\u2019apprendimento accelerato, consentir\u00e0 di stravolgere il campo della meteorologia, permettendoci di prevedere i cambiamenti atmosferici con largo anticipo.<\/span><\/p>\n E\u2019 di stamane la notizia di Amazon che ha deciso di investire circa 1,25 milioni di euro nella Cyber Valley, un innovativo polo di ricerca degno dell\u2019ambientazioni di Star Trek, dove tra l\u2019altro figurano anche altri player famosi come Bmw, Bosch, Daimler e Porsche: che dire, se ci investono loro sar\u00e0 il trend giusto. L\u2019intelligenza artificiale nei prossimi anni investir\u00e0 quasi tutti i settori della nostra esistenza, dagli algoritmi predittivi per i malati tumorali all\u2019analisi dei dati finanziari, fino ad arrivare alle professioni pi\u00f9 impensabili come l\u2019attivit\u00e0 notarile e l\u2019avvocatura, due figure che, diciamocela tutta, con la tecnologia sono proprio agli antipodi: insomma una vera e propria osmosi tra l\u2019AI, come la chiamano oltreoceano, e molti settori disciplinari. <\/span>Secondo la\u00a0<\/span>Accenture Technology Vision 2017,\u00a0<\/span>l’intelligenza artificiale \u00e8 destinata a diventare un vero e proprio portavoce digitale delle aziende<\/span>, perfettamente assorbito nelle dinamiche lavorative della nostra quotidianit\u00e0. Il 79% degli executive intervistati nello studio, concorda nel prevedere che il machine learning<\/i> rivoluzioner\u00e0 le modalit\u00e0 di raccolta dei dati e di interazione delle aziende con i clienti: \u00e8 come se oggi andassimo alla posta, e anzich\u00e9 domandare informazioni presso un info-point, ci si palesasse davanti un terminale digitale che fa le veci di un uomo, a cui potremmo chiedere tutto, o quasi. <\/span><\/span><\/p>\n Il fatto che l\u2019intelligenza artificiale trovi ampio spazio tra realt\u00e0 lavorative sedimentate negli anni, testimonia la straordinaria potenza di questo campo cos\u00ec vasto, che per sua natura vive ancora in uno stadio primordiale; con riferimento a quanto citato poc\u2019anzi, la startup anglosassone CaseCrunch dell\u2019universit\u00e0 di Cambridge ha lanciato una sorta di test di Turing applicato alla giurisprudenza, con un grado di accuratezza che verr\u00e0 esaminato da una commissione presenziata (ovviamente) da Google, che si riunir\u00e0 a Londra il 27 ottobre. L\u2019esempio appena citato non \u00e8 certo un unicum. le soluzioni \u201cintelligenti\u201d stanno entrando in tutti gli studi professionali del mondo seguendo una direttrice comune: il fine ultimo \u00e8 quello di avvalersi di sistemi intelligenti e automatici che vadano a soppiantare l\u2019uomo nello svolgimento di ruoli e mansioni routinarie. Stesso risultato, stesso compito, ma con un abbattimento dei tempi pari al 200%, la ratio \u00e8 sempre quella, risparmiare e velocizzare: bello no? A corroborare questa ipotesi, che gi\u00e0 sta mandando in visibilio milioni di avvocati in giro per il mondo, \u00e8 uno studio condotto da McKinsey, che riporta come il ricorso all\u2019intelligenza artificiale condurrebbe a una sforbiciata del 13% sulle ore di ufficio degli avvocati, anche se altri report azzardano un incremento del 20%. Una ricerca simile condotta dall\u2019Osservatorio professionisti e innovazione del Politecnico di Milano, afferma che la spesa complessiva per l\u2019intelligenza artificiale \u00e8 arrivata a quota 1,4 miliardi di euro, in rialzo del 2,5% dell\u2019anno precedente, sintomi questi di un mercato in forte crescita, con aspetti simili al \u201cboom\u201d di Internet degli anni \u201990. Sorridono anche gli esperti di marketing e comunicazione, ultimamente sempre pi\u00f9 denigrati e messi nel dimenticatoio; riducendo il tempo di istruttoria delle pratiche, ci sar\u00e0 bisogno, per esempio, di addetti di marketing e comunicazione con competenze interdisciplinari nei campi dell\u2019informatica e del machine learning<\/i> per istruire le macchine. Ma la disamina potrebbe continuare all\u2019infinito, vista l\u2019ampiezza della casistica presente sul mercato. Tra opportunit\u00e0 e tassi crescita, le critiche come al solito non sono tardate ad arrivare: l\u2019ossimoro \u201cintelligenza artificiale\u201d, implica l\u2019attribuzione di una prerogativa tipica dell\u2019uomo a un\u2019entit\u00e0 astratta, come a volver significare una sottomissione del primo al secondo, anche se le cose non stanno proprio cos\u00ec. Dormite sogni tranquilli quindi: se nel futuro l\u2019intelligenza artificiale dilagher\u00e0, ci sar\u00e0 sempre pi\u00f9 bisogno dell\u2019intelletto umano, delle sue emozioni e della sua creativit\u00e0, perch\u00e9 nessuna macchina potr\u00e0 prevalere sullo scibile umano.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n <\/br>
\nFonte: CODICI: Intelligenza artificiale: quando le macchine superano \u201cquasi\u201d l\u2019uomo<\/a><\/p>\n