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In questo caso la reticenza nel comunicare semplicemente, o nel contattare gli assicurati in maniera chiara e trasparente, fa s\u00ec che miliardi di euro possano rimanere fino a 10 anni nei loro bilanci senza alcun obbligo di chiarezza. Questa volta stiamo parlando dei 341 miliardi di euro che fanno riferimento alle polizze vita Dormienti.<\/p>\n
L\u2019opinione pubblica aveva scoperto del fenomeno per caso, grazie al clamore mediatico sollevato nei confronti di Virginia Raggi. Infatti, si trattava di polizze sottoscritte dal suo ex capo di segreteria Salvatore Romeo, nelle quali la Raggi era indicata come beneficiaria ma non ne era a conoscenza.
Qui di seguito, ci\u00f2 che rileva il report IVASS (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) sulle polizze vita \u201cdormienti\u201d, ossia le polizze che non sono state liquidate ai beneficiari in quanto questi ultimi o i loro eredi ne ignorano l\u2019esistenza oppure sono giunte a scadenza e non sono state riscosse per vari motivi.
I diritti derivanti dalle polizze vita si prescrivono in 10 anni dalla data dell\u2019evento:
\u2022 decesso dell\u2019assicurato;
\u2022 scadenza del contratto.
Oltre tale termine le imprese devono devolvere le somme al Fondo Rapporti Dormienti istituito presso la CONSAP.
Dall\u2019indagine si rilevano:
\u27a2 4 milioni di polizze vita scadute negli ultimi 5 anni potenzialmente esposte al rischio di essere dormienti, delle quali pi\u00f9 di 3,9 milioni stipulate per la copertura del solo rischio di morte (circa 145 miliardi di euro di somme dovute esposte al rischio di non essere riscosse);
\u27a2 117 mila contratti a vita intera (senza una scadenza predefinita), con et\u00e0 dell\u2019assicurato superiore a 90 anni (12 miliardi di euro di somme assicurate) di cui 2.636 relative a ultracentenari e circa 540 mila polizze stipulate da almeno 10 anni per le quali le imprese non hanno avuto notizie dell\u2019assicurato negli ultimi 3 anni (24 miliardi di euro). <\/p>\n
L\u2019elevato fenomeno di polizze potenzialmente dormienti deriva da carenze nelle procedure adottate dalle assicurazioni per verificare i decessi degli assicurati e per rintracciare i beneficiari. Anche il diffuso utilizzo di designazioni generiche dei beneficiari, unito a scarse informazioni fornite al momento della stipula del contratto, non ne agevola l\u2019identificazione ai fini delle prestazioni assicurate. <\/p>\n
Dichiara #Luigi Gabriele \u2013 Relazioni istituzionali Associazione Consumatori #Codici \u2013 \u201cnell\u2019ultimo incontro periodico con Ivass, avevamo chiesto particolare attenzione su questo fenomeno. Inammissibile che in questo Paese ci siano persone che devono dichiarare anche la giacenza media in banca per iscrivere un figlio a scuola, mentre le assicurazioni non devono dichiarare cosa fanno con 145 miliardi di euro che dovrebbero riscuotere gli assicurati e che non lo fanno proprio perch\u00e9 loro fanno i furbetti nel non comunicare\u201d.
\u201cInsomma se ti scade l\u2019assicurazione Auto sei tartassato di comunicazioni per rinnovarla, ma se scade una polizza vita che devi riscuotere, nemmeno una lettera o una telefonata per avvisarti\u201d.<\/p>\n
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Dott.ssa Carla Pillitu,
Ufficio Stampa CODICI
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